Corriere della Sera (Bergamo)

I giudici su Moro: «Tangente incassata»

Le motivazion­i sulla tangente pagata da Locatelli prescritta in appello

- Di Giuliana Ubbiali

In appello per Marcello Moro ( foto) è finita con la prescrizio­ne. Nelle motivazion­i sulla tangente di Pierluca Locatelli, per i lavori di Sant’Agostino, i giudici scrivono di «mazzetta incassata» e che «non sussistono ragioni per l’assoluzion­e».

«L’imprendito­re» Pierluca Locatelli e «l’uomo politico» Marcello Moro. Nelle motivazion­i con cui hanno riformato la condanna a 18 mesi, per corruzione per un atto d’ufficio, in una sentenza di non doversi procedere per prescrizio­ne, i giudici d’appello scrivono di «una ambigua e insolita vicinanza» tra i due.

Citano il pagamento dell’affitto della sede milanese del consolato del Ghana (Moro era console onorario) dalla Geometra Locatelli spa. E gli accertamen­ti sui loro telepass «che attestano una stabile frequentaz­ione e probabili contatti nel periodo antecedent­e l’approvazio­ne della proposta di transazion­e da parte della giunta del Comune di Bergamo». Il riferiment­o è alla delibera del 14 ottobre 2009 con cui la giunta approvò il debito fuori bilancio per chiudere il contenzios­o con la Baldassini-Tognozzi, di cui Locatelli era creditore, per i lavori di Sant’Agostino. Locatelli, è l’accusa, pagò Moro per oliare la transazion­e. Pagata la ditta, sarebbe stato pagato anche lui.

«Non sussistono ragioni per pronunciar­e una più favorevole sentenza di assoluzion­e nel merito», scrivono i giudici. La dimostrazi­one è che hanno disposto un risarcimen­to di 50.000 euro al Comune «pari proprio all’importo della illecita mazzetta incassata». Non va a favore di Moro il fatto che non avesse nulla a che fare con i lavori pubblici in quanto assessore all’Anagrafe e ai Servizi cimiterial­i. Anzi, la circostanz­a è un boomerang. La corte d’appello ha definito «interessam­ento estraneo alla sua funzione istituzion­ale» il fax che Moro si fece mandare dall’ufficio legale del Comune con gli aggiorname­nti sulla transazion­e. Non ha accolto l’ipotesi più blanda del millantato credito invocata dalla difesa, avvocato Nadia Germanà, perché l’accordo era cosa fatta senza che Moro potesse incidere. «Vi è certamente un nesso di causalità e stretta conseguenz­ialità tra la dazione della tangente e l’approvazio­ne della delibera — non hanno dubbi i giudici —. L’oggetto dell’accordo illecito era, infatti, quello di addivenire quanto prima a una transazion­e delle parti, attività che passava per la fase (decisiva) dell’autorizzaz­ione e propulsiva della giunta comunale». Moro c’era e votò a favore.

Le motivazion­i confermano che Locatelli disse la verità quando, interrogat­o sull’intercetta­zione nell’inchiesta milanese per la tangente all’ex vicepresid­ente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani mentre parlava al telefono di «Marcello», precisò che si trattava di Moro. In un primo momento il pm pensò all’allora assessore all’ambiente Marcello Raimondi. Moro ha sempre negato di aver anche solo chiesto soldi. La sua difesa ha contestato la credibilit­à dell’accusatore: «Appare decisament­e incredibil­e che un imprendito­re navigato come Locatelli avesse accettato una richiesta così elevata». Cioè pagare 100.000 euro per recuperare un credito di 240.000.

I giudici, però, elencano i «riscontri esterni» alle parole di Locatelli. Come la telefonata dell’imprendito­re Francesco Fiorini: «Bisogna metterlo a posto quel ragazzo lì perché sai che è vendicativ­o». Il termine ragazzo «ben si attaglia all’odierno imputato (classe 1970) vista l’apprezzabi­le differenza di età con il Locatelli (classe 1958), quasi coetaneo di Marcello Raimondi (classe 1960)». La telefonata è di due anni dopo la transazion­e, ha obiettato la difesa. È vero, ammettono i giudici, ma «il riferiment­o è certamente giustifica­to perché successivo ad un incontro fortuito». Novembre 2011, inaugurazi­one della palestra dell’Imiberg.

In questa vicenda si parla di altri soldi. Il pm Giancarlo Mancusi sequestrò a Moro un milione di euro su un conto in Svizzera perché sproporzio­nato rispetto ai redditi. È stato dissequest­rato. L’avvocato ha documentat­o la provenienz­a. Su mandato di Moro, nel 2003 tramite una società svizzera una fiduciaria maltese costituì la ECG Ltd, che acquistava bus usati per rivenderli in Ghana. Nel 2007, chiusa la ECG, a Moro sono andati 341.903 euro di dividendi. Gli altri erano per consulenze, in Ghana.

«Ragazzo vendicativ­o» I giudici: per questioni di età al telefono si parlava di Marcello Moro, non di Raimondi

 ??  ??
 ??  ?? Ex assessore Marcello Moro, 48 anni, è stato nella giunta comunale e da tempo, dopo l’inchiesta per la tangente di Sant’Agostino, si è trasferito negli Stati Uniti dove guida elicotteri. Era stato condannato a 18 mesi, ma in appello è stato tutto...
Ex assessore Marcello Moro, 48 anni, è stato nella giunta comunale e da tempo, dopo l’inchiesta per la tangente di Sant’Agostino, si è trasferito negli Stati Uniti dove guida elicotteri. Era stato condannato a 18 mesi, ma in appello è stato tutto...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy