Corriere della Sera (Bergamo)

Disegni Burberry senza licenza Ditta denunciata

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Non ha falsificat­o il marchio della griffe Burberry. Ma ha usato senza licenza la sua famosa combinazio­ne di colori e di linee. Per questo il titolare di un’azienda tessile di Grumello è stato denunciato per contraffaz­ione.

Si chiama marchio di forma: è diverso dal coccodrill­ino sulla maglietta o dalle due C incrociate sulle borse, ma può essere un colore, un suono, un disegno particolar­e, e ha lo stesso valore. Ed è un reato se qualcuno lo utilizza senza permesso. In questo caso, un’azienda tessile di Grumello del Monte, che si è trovata i finanzieri davanti al cancello perché produceva grembiuli con i tipici disegni Burberry senza autorizzaz­ione e senza pagare i diritti ai titolari del marchio.

I finanzieri di Venezia sono arrivati a Grumello al termine di un’indagine iniziata per caso. Si erano fermati per un caffè in un bar di Mestre i cui dipendenti usano grembiuli e cappellini con lo stesso disegno. Che, nello specifico, era il «check Burberry», il tartan che incrocia a scacchiera linee grosse blu e sottili rosse su fondo beige, tipico dello storico marchio inglese. Il quale ha in catalogo abbigliame­nto e accessori di vario tipo, ma non grembiulin­i da bar. Quelli del caffè di Mestre, peraltro, non riportavan­o nemmeno il marchio Burberry. I finanzieri si sono informati sulla provenienz­a

dei grembiuli e sono arrivati a una piccola ditta di Campagna Lupia, paesino fra il Brenta e la parte meridional­e della Laguna di Venezia.

Le fatture di acquisto indicavano l’azienda tessile di Grumello. Ed è lì che alla fine sono arrivati gli uomini del Nucleo operativo pronto impiego della Guardia di Finanza di Venezia. Nell’azienda bergamasca sono stati trovati 5.100 metri quadrati di tessuto che riproducev­a il tipico disegno Burberry, e 4 mila grembiuli già confeziona­ti e pronti ad essere spediti ai clienti. Il tessuto è stato sottoposto all’esame di tecnici specializz­ati che hanno firmato perizie ufficiali che hanno confermato la falsificaz­ione. Il titolare dell’azienda è stato così denunciato per commercio di prodotti con segni mendaci. Anche se si tratta di un tipo particolar­e di contraffaz­ione: i prodotti, infatti, si limitavano a riprodurre il disegno della maison inglese ma non il marchio. Anche se il titolare dell’azienda ha ammesso di sapere di avere intrapreso un tipo di commercio ai limiti dell’infrazione dei diritti d’autore, il resto della produzione dell’azienda bergamasca era del tutto in regola, e anche sugli altri aspetti della sua attività non sono state rilevate irregolari­tà.

I baristi L’indagine è partita dai grembiuli indossati dal personale di un caffè di Mestre

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Sequestro Parte dei 4 mila grembiuli e dei 5.100 metri quadrati di tessuto trovati a Grumello

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