Il lancio del Premio Nilla Pizzi Fegiz: per far crescere i talenti
Non un talent qualsiasi, ma un concorso che punti alla memoria storica e al bel canto, dove non conta vincere, ma partecipare. Sono una quindicina i cantanti emergenti bergamaschi che accedono alla semifinale del Premio Nilla Pizzi, presieduto da Lele Mora, con Mario Luzzatto Fegiz in commissione, presenti ieri alla conferenza stampa al Centro Congressi di Grassobbio, nella sede dell’Italian music academy diretta da Fabrizio Frigeni, consulente artistico della gara. I casting continuano e «La5» trasmetterà a settembre le esibizioni dei 20 finalisti, mentre le 30 migliori canzoni faranno parte della compilation edita dalla Stay record.
Incuriosisce la presenza del decano dei giornalisti musicali, autore del volume e dello spettacolo «Io odio i talent show». «Il mio è un ragionamento di bottega — spiega Fegiz —. Mi hanno rubato il mestiere di critico, spalmandolo sui televoti, quando i veri protagonisti sono i giudici vip che, dopo un po’ che si arrampicano sugli specchi, diventano figuranti di lusso. Ti pagano talmente bene che se mi chiamano, accetterei di fare il giurato, meglio se nel peggiore, “The voice”. Al contrario, il Premio Nilla Pizzi ti permette di crescere».
Il giornalista ricorda le massime della cantante: «Diceva che quando sei in vetta, puoi solo scendere, suggerendo di farlo piano, piano». Mora aveva 24 anni quando decise di farle da manager. «Poi sono arrivate la Bertè, Patty Pravo, Zucchero — ricorda —. Oggi mi occupo degli amici, Iva Zanicchi, Simona Ventura, Nancy Brilli, Claudio Lippi». Talent scout del Volo, con gli occhi puntati sul trio Appassionante, Mora dichiara di essere rinato dopo un passato difficile. «Ho commesso degli errori — ammette —. Ma ho subìto anche gli attacchi degli invidiosi, di chi mi ha dipinto come un mostro, per fortuna ho la mia famiglia che mi vuole bene».