Corriere della Sera (Bergamo)

Spread A breve uscirà il video del primo singolo «Sottinsù», girato a Borgo Canale

Domani in uscita il nuovo album «Per inciderlo centinaia di ore di jam session, niente uso del pc»

- Rosanna Scardi

Ci sono volute centinaia di ore passate a provare nell’arco di due anni in sessanta jam session per trovare le idee giuste alla old school, senza l’uso di pc, suonando e basta. A sette anni dal precedente lavoro e un lunghissim­o tour, gli Spread tornano con «Vivi per miracolo», l’album in uscita domani per GoDown records che presentera­nno la sera stessa al Druso di Ranica (alle 22.30, aprono gli Ella goda, ingresso 5 euro). Fino a venerdì il disco potrà essere ascoltato in streaming, in anteprima, sul sito di Rolling stone. Attivi ufficialme­nte dal 2006, il gruppo ha in realtà origini più vecchie.

«Esistono da un ventennio, li ascoltavo da ragazzino mentre bazzicavo i locali con le mie prime band — precisa il bassista Valentino Novelli, di Nembro, ultimo a unirsi, direttore artistico del Druso —. Si sono formati a 15 anni quando la parola spread non era urticante come oggi e nessuno conosceva ancora la Merkel, significa diffusione, propagazio­ne». Gli altri componenti sono il chitarrist­a Paolo Fusini, il batterista Paolo Colleoni e Roberto Longaretti a chitarra e voce, tutti di Costa di Mezzate. I dieci pezzi, frutto dell’improvvisa­zione, sono stati registrati in session live su nastro da Alberto Ferrari dei Verdena, all’Henhouse di Albino, l’ex pollaio riconverti­to a studio.

«Il tour è durato tre anni e mezzo, io mi sono aggiunto per l’ultima parte, poi c’è stata la fase dormiente, necessaria perché abbiamo impiegato moltissimo tempo a riascoltar­ci e a scegliere i brani — racconta Novelli —. Alberto ci ha dato un grosso supporto, occupandos­i di suoni e mix, anche suo fratello Luca è stata una presenza preziosa».

Il risultato è un album a chilometro zero, pensato, scritto e realizzato tra le valli, che riflette le tante sfaccettat­ure della band, libera dal suono cupo dei primi lavori, ma pur sempre potente. Il primo disco è stato «Anche i cinghiali hanno la testa» del 2009 dal sapore indie stooner, due anni dopo è uscito «C’è tutto il tempo per dormire sottoterra» dalla vena progressiv­e.

Gli Spread hanno poi condiviso il palco con band italiane come Afterhours, Diaframma, Marlene Kuntz e gli stessi Verdena. Il titolo «Vivi per miracolo» esprime la loro cifra, ovvero i contrasti. «Dimostra la fortuna di esserci e l’ansia derivata dalla precarietà dell’esistenza, come i brani che si sviluppano in modo inaspettat­o passando da melodie angeliche a impatti violenti», spiega l’artista. A breve uscirà il video del primo singolo, «Sottinsù», girato a Borgo Origini

Gli Spread si sono formati quindici anni fa. L’ultimo disco è stato pubblicato sette anni fa Canale. «Descrive lo star bene con una persona, quella felicità che è rotta da uno stato d’inquietudi­ne che sopraggiun­ge anche nei momenti sereni, ci sono una strofa solare, il filo d’ansia, l’esplosione. Poi si riparte daccapo, secondo il nostro stile», conclude.

Riprese in città

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