Quando ripescò il Bocia 14enne dalla fontana
Cos’è stato il Mondo per la Curva Nord è in due aneddoti. Il primo è «del» Giorgio. Daniele Belotti lo riporta in Atalanta folle amore nostro. Era il 1987, debutto in Galles nella storica Coppa delle Coppe. Il Giorgio incrocia con altri tifosi alcuni giocatori, che tirano dritto: «Per fortuna, poco dopo, quando ci presentammo davanti all’hotel della squadra fummo accolti calorosamente da Prandelli, Cantarutti e Garlini e dal neoallenatore Emiliano Mondonico e fu soprattutto quest’ultimo che si intrattenne con noi per oltre un’ora parlando dell’ambiente nerazzurro e della necessità di tenere dei buoni rapporti tra squadra e Curva. Il Mondo, con cui si poteva parlare in bergamasco, ci conquistò subito». L’altro è di Claudio Galimberti, di quando il Bocia era davvero un bocia: «Avevo 14 anni — ricorda —, la squadra era in ritiro a Roncegno, l’avevamo seguita con le Brigate. A mezzanotte mi presero per gambe e braccia e mi lanciarono di peso in una fontana. Ero fradicio. Lui scese dall’albergo e mi diede una sua polo». Poi sono venute le cene, le feste della Dea, gli auguri ogni Natale, compreso l’ultimo. E la vicinanza nella malattia. Ieri il Bocia era a Rivolta: «Per me, per noi è stato un padre. Ci ha sempre ascoltato e, a modo suo, ci ha aiutato a crescere. Era una persona vera». (mad.ber.)