Lega senza Nord E i Giovani Padani si sciolgono
Sciolto il gruppo: «Ma lotteremo per l’indipendenza»
Sognavano l’indipendenza della Padania. Ma la Lega ormai va al Sud e ha anche tolto la parola Nord dal nome. Per questo, dopo 18 anni, i Giovani Padani della Bassa si sono sciolti. «Ma continueremo la battaglia».
Quando il gruppo è nato, la Lega era tutta secessione, ampolle del Po e camicie verdi. Diciotto anni dopo, è sparita perfino la parola Nord dal nome del partito. Per questo ha deciso di sparire anche il Movimento Giovani Padani della Bassa Bergamasca, che ha giusto aspettato le elezioni e poi ha deciso per lo scioglimento.
«Non lo facciamo per ripicca contro Matteo Salvini ma per coerenza», precisa il coordinatore provinciale Manuel Manzoni, 26 anni, di Castel Rozzone, iscritto alla Lega da quando ne aveva 15. «All’epoca il problema degli immigrati c’era già, e si parlava di secessione, che era un mezzo per arrivare al fine dell’indipendenza della Padania. Abbiamo sempre lavorato per il movimento e non abbiamo mai chiesto poltrone, e anche per questo siamo sempre stati liberi di dire tutto quello che pensavamo». E quello che pensano è che la Lega salviniana che va a prendere voti al Sud dimenticando l’indipendenza della Padania, insomma quella che loro chiamano «Il Movimento Lega (ex Nord)», ormai «oggi non ci rappresenta più». Anche se, riconosce Manzoni, «è una strategia che dal punto di vista elettorale si è rivelata vincente». Per questo la ventina di iscritti ha deciso per lo scioglimento del gruppo e lo ha fatto sapere con un comunicato listato a lutto.
«Quelle della Padania e della Secessione si sono rivelate battaglie perdenti — replica il coordinatore federale dei Giovani padani Andrea Crippa — ora vado in Calabria e Sardegna a organizzare nuovi gruppi, che si chiameranno Giovani Lega o Leghisti Giovani».
Il gruppo della Bassa porterà con sé il suo marketing: la testa di vichingo che era il suo simbolo, le magliette, i braccialetti e il resto del materiale prodotto negli anni. Ma non si fermeranno, assicura Manzoni: «Non siamo gente che sta con le mani in mano. Continueremo la nostra battaglia per l'indipendenza da altre parti, fino alla fine, finché avremo forza». Crippa li applaude perché «hanno fatto la loro scelta e agito con correttezza». E questo perché, spiega Manzoni, «abbiamo aspettato il voto prima di esprimerci, e abbiamo lavorato per la Lega in campagna elettorale». E il 4 marzo per chi ha votato? «Il voto è segreto».