Ubi, assemblea di passaggio e nuovi «padroni»
Hsbc e altri investitori istituzionali: il quadro cambia rapidamente
In Ubi il bastone del comando è sempre più nelle mani degli investitori istituzionali. In autunno sarà varato il cambio statutario sotteso alla nuova governance monistica, e tra un anno si eleggerà il nuovo board.
La storia di Ubi Banca corre più veloce dei singoli protagonisti. O almeno di quelli che vorrebbero essere considerati ancora tali. Se si pensa che, da un giorno all’altro, un colosso mondiale come Hsbc è in grado di calare assi azionari pesantissimi, è evidente come il mondo di Ubi — e quello bancario in generale — siano ormai a rischio di repentini cambi di scena e di attori non (più) protagonisti. In realtà le ultime notizie (Hsbc al 4,7% del capitale) dicono una sola cosa. Chi può azionare il bastone del comando sono gli investitori istituzionali già ben rappresentati nel Consiglio di Sorveglianza, che ormai incidono con posizioni che superano il 50% del capitale circolante della banca.
Con questi assetti, e con questi soggetti molto liquidi, si dovranno fare i conti per le future aggregazioni. Inutile parlare di nuovi scenari, oggi, in un momento di vacatio governativa. Tanto più che, ritornando alla recente storia di Ubi, si è visto come per le fusioni contino le «benedizioni» ministeriali e non solo le approvazioni degli organi di vigilanza. Ubi ha corso molto facendo la sua parte nel sistema italiano, accollandosi il salvataggio di tre banche in crisi (Etruria, Marche, CariChieti). Per la banca guidata da Victor Massiah, sarà, dunque, un 2018 di transizione. A metà di un guado che da qui ad un anno porterà al rinnovo delle cariche e alla revisione della governance. Con tutto quel che segue.
Il tempo stringe anche per i due patti di sindacato esistenti, in capo alle due componenti Brescia e Bergamo. Dalla loro nascita non hanno più assunto posizioni incisive. O tali da fare la voce se non proprio grossa, almeno udibile, con i fondi. In alcuni settori fi- nanziari di Bergamo ultimamente non manca la liquidità, eppure il Patto dei Mille non cresce. Torna in mente Enrico Cuccia: «Le azioni si pesano non si contano».
Sic transit gloria mundi, così come è passato il tempo delle grandi assemblee. La prossima, convocata per venerdì 6 aprile alle ore 9.30 presso la sede bresciana di Ubi (in quella sala, ora dedicata a Corrado Faissola, dove già si tenevano le assemblee degli azionisti di Banca Lombarda), si preannuncia all’insegna dell’ordinarietà più assoluta. Ma anche della transitorietà, in vista di prossimi appuntamenti assembleari ben più importanti. In autunno a Bergamo, per la legge dell’alternanza di sede, una assemblea straordinaria varerà il cambio statutario sotteso alla nuova governance monistica, mentre tra un anno, di ritorno a Brescia, si eleggerà il nuovo board che dovrà traghettare la banca fino al 2022. Ritornando al presente è difficile individuare nell’ordine del giorno qualcosa di frizzante. Qualche sussulto assembleare, ma solo per la nota effervescenza del socio Elnan Rosania, potrebbe darla la nomina dei probiviri, prevista al secondo punto dell’ordine del giorno. Si tratta dell’ultimo retaggio dell’assetto cooperativo che fu e che avrà vita brevissima, dal momento che l’annunciata assemblea autunnale cancellerà un organo al quale l’articolo 43 dello statuto sociale dedica ancora un’ampia pagina. Ha il compito di risolvere eventuali controversie tra i soci o fra soci e società riguardanti il rapporto sociale, ma nelle società per azioni non esiste più. Non a caso, lo stesso consiglio di Sorveglianza ripropone gli stessi nominativi in scadenza: Giampiero Donati, Rodolfo Luzzana, Giuseppe Onofri, Attilio Rota e Pierluigi Tirale. Ha avanzato la sua candidatura anche lo stesso Rosania, avvocato potentino noto all’assemblea per i suoi focosi interventi che figura nella compagine societaria con 237 azioni. Altro homo novus in corsa per il collegio è Giovanni Nastari.
Scontata l’approvazione della proposta di dividendo a quota 0,11 euro per le azioni ordinarie (che sono 1.141.300.266, pagamento dal 23 maggio, con data di stacco della cedola il 21 e record date il 22 maggio 2018). Il resto dell’ordine del giorno sarà sulle politiche di remunerazione e di incentivazione.
I nuovi scenari L’assemblea di venerdì non inciderà sugli assetti: nel 2019 il nuovo Cda monistico