Tecnici morti, c’è il super consulente
Dopo l’esplosione alla Ecb, per le indagini arriva l’ingegnere dei casi di Viareggio e Linate
Il pm Fabio Pelosi ha nominato un super consulente per chiarire la causa dell’esplosione alla Ecb di Treviglio, dove sono morti due tecnici. È l’ingegnere Massimo Bardazza che si è occupato, tra gli altri, dei disastri di Linate e Viareggio, della fabbrica di Paderno Dugnano e della strage di Erba. Stamattina, alle 10, magistrato e consulente effettueranno un sopralluogo. I sindacati chiedono chiarezza: ci spieghino le cause.
Serbatoi uno, due, tre. Uno accanto all’altro, uguali, li distingue una targhetta bianca con il numero. È quel poco che si può vedere, da una fotografia, degli essiccatoi della Ecb in cui la domenica di Pasqua sono morti Giuseppe Legnani, 57 anni, di Casirate, e Gian Battista Gatti, 51 anni, di Treviglio. Sono dei bestioni di due metri e mezzo di diametro per sei di lunghezza. L’esplosione è partita dal primo, i due operai erano sulla passerella rialzata che lo affianca e sono stati scaraventati contro il secondo, per poi finire a terra. Perché, è ancora tutto da capire.
Domenica l’aria era così satura di monossido di carbonio da rendere pericoloso l’ingresso nel capannone sul retro dell’azienda che produce farine per l’alimentazione degli animali, in via Calvenzano 10, a Treviglio. I vigili del fuoco hanno lavorato con maschere e bombole. Non si potevano nemmeno escludere altre esplosioni. La farina si era infilata nei comignoli, bruciava, è stato necessario aspirarla per soffocare ogni altro pericolo di incendio. Qualcosa in più si potrà capire oggi. Stamattina alle 10, il pubblico ministero Fabio Pelosi, già presente domenica ma rimasto per forza a distanza per motivi di sicurezza, tornerà nell’azienda, stavolta nel capannone dell’esplosione, con i tecnici dell’Ats e il suo consulente.
Ha nominato l’ingegnere Massimo Bardazza, esperto di dinamiche incendiarie. Si è occupato, tra gli altri casi, del disastro aereo di Linate, dell’incidente ferroviario di Viareggio, del rogo nella fabbrica di Paderno e della strage di Erba (Como). L’ingegnere ha già lavorato con la Procura di Bergamo, con lo stesso pubblico ministero titolare del fascicolo sulle due vittime alla Ecb. Il pm Pelosi era di turno anche quando, nel 2015, in via Previtali a Bergamo un incendio appiccato con delle taniche di benzina fece esplodere il Maguire’s Pub.
Altri morti, ora, un’altra tragedia da capire. Il pm ha ricevuto i primi atti dei carabinieri e ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, al momento è a carico di ignoti. Va prima chiarito l’organigramma societario, poi è quasi automatico che qualcuno verrà indagato come forma di garanzia perché possa nominare a sua volta un consulente. Intanto, la produzione si è dovuta fermare. L’azienda è sotto sequestro, per motivi di indagine ma anche di sicurezza: fino a quando non farà chiarezza sulle cause dell’esplosione, la Procura non potrà mettere a rischio altri lavoratori. Ma non tutta l’azienda è bloccata allo stesso livello. Il pm ha previsto tre fasce di sicurezza. Quella verde, che comprende gli uffici ed più lontana dall’esplosione, a cui potranno accedere gli impiegati. Quella arancione, in cui si trovano i comandi di tutti gli impianti della ditta, accessibile solo ai tecnici. E quella rossa, la più pericolosa, vietata a tutti.
Uno dei grossi interrogativi è come sia potuta partire un’esplosione, non si sa ancora se per un principio di incendio, da un serbatoio che non si sarebbe dovuto surriscaldare. L’attività era ferma dalla mezzanotte di sabato, per la Pasqua. Forse, è una spiegazione, il ciclo di essiccazione non era ancora del tutto concluso e la farina ha iniziato a bruciare. Per questo motivo, alle 9 di domenica, un residente si è insospettito quando ha sentito degli odori insoliti, diversi da quelli tipici della lavorazione dei mangimi a cui i residenti devono essersi abituati. Odore di bruciato. Ha chiamato direttamente
un referente dell’azienda, che conosce, facendo così partire la catena dei controlli. Non erano nemmeno le 10 quando sono arrivati i tecnici. Prima Legnani e Gatti, poi il terzo, che si è salvato proprio perché giunto appena dopo di loro. È stato investito dallo spostamento d’aria provocato dall’esplosione, ma non è rimasto ferito grazie ad alcuni macchinari che hanno fatto da protezione tra lui e l’esplosione. Tutti e tre dovevano essere convinti di poter tornare a casa entro la mattinata, al massimo. Per lo meno Gatti, che era arrivato con il figlio di dieci anni. Il bambino era rimasto fuori dall’azienda ad aspettare il papà.
Lutto cittadino Oggi le ordinanze dei sindaci di Casirate e Treviglio, ieri il prefetto dalle famiglie
Ieri il prefetto Elisabetta Margiacchi ha fatto visita alle famiglie delle due vittime. Oggi non sarà solo il giorno del sopralluogo in azienda. Sarà anche il giorno del lutto cittadino. I sindaci Mauro Faccà e Juri Imeri firmeranno l’ordinanza per proclamarlo. Imeri lo annuncia sul suo profilo: «La nostra comunità è particolarmente scossa, è colpita dalla tragedia di ieri (domenica ndr). Raccogliendo la spontanea e rispettosa partecipazione dei cittadini al dolore delle famiglie coinvolte, domani firmerò l’ordinanza per disporre l’esposizione a mezz’asta o abbrunata delle bandiere presenti su tutti gli edifici pubblici e la proclamazione del lutto cittadino per il giorno del funerale, in segno di cordoglio e vicinanza di tutta la Città di Treviglio alle famiglie colpite dal tragico evento». La tragedia ha colpito anche gli ex titolari, la famiglia Bergamini (ora l’azienda è del gruppo tedesco Saria). «Abbiamo il cuore straziato, soprattutto mio padre — dice Elisa Bergamini, figlia di Lorenzo che per 40 anni ha condotto l’azienda —. Chiunque ci conosca sa il nostro affetto per l’azienda e il rapporto con i dipendenti, sono sempre stati una grande famiglia».
Il fascicolo Omicidio colposo plurimo: per ora la Procura l’ha aperto a carico di ignoti