Corriere della Sera (Bergamo)

Mai segnalate criticità in azienda «Ma ora ci spieghino le cause»

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L’esplosione, con due vittime, alla Ecb di Treviglio nella mattinata di Pasqua, ripropone con forza, a livello pubblico, il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Cisl e Cgil in particolar­e, a gran voce, chiedono «sforzi straordina­ri per la prevenzion­e, a tutela della salute e della sicurezza di tutti». Sforzi che appaiono necessari anche per scovare i rischi laddove non si vedono, o non si notano per tempo. E, al momento, quello della Ecb sembra un caso emblematic­o. L’azienda, che produce farine alla base di mangimi per animali domestici, è seguita molto da vicino da Giovanni Locatelli, segretario organizzat­ivo della Fai Cisl. «Ricordo che c’era stato qualche problema almeno una ventina d’anni fa, o meglio me l’hanno raccontato, io non c’ero ancora — racconta Locatelli —. Ma posso dire che negli ultimi anni quello della mancanza di sicurezza non era un L’ingresso L’accesso allo stabilimen­to della Ecb di Treviglio, da via Calvenzano. L’azienda è stata rilevata a luglio da un gruppo tedesco

tema in agenda, non c’erano criticità sottolinea­te in modo particolar­e. Ora, a maggior ragione, c’è da capire assolutame­nte cosa è successo, chiederemo un incontro all’azienda per avere ogni dettaglio possibile. Non può succedere, nel 2018, che si muoia così sul posto di lavoro».

Al tavolo con i sindacati, per conto dell’azienda come responsabi­le per la sicurezza, sedeva proprio Gian Battista Gatti, morto nell’esplosione di domenica: un dipendente, tecnico manutentor­e, che conosceva la Ecb molto bene e aveva raggiunto lo stabilimen­to senza pensare a particolar­i emergenze. Eppure, «la Pasqua è stata funestata, Va fatta al più presto chiarezza sulle cause dell’accaduto», ha dichiarato Anna Maria Furlan, segretario generale della Cisl, sul caso Treviglio.

«Serve un’azione straordina­ria di monitoragg­io di tutti gli impianti a rischio di esplosione in provincia di Bergamo — è l’appello di Angelo Chiari, responsabi­le del dipartimen­to Sicurezza della Cgil di Bergamo —. Così come è necessaria una formazione specifica di tecnici esterni specializz­ati per mappare e monitorare a livello provincial­e la situazione».

I numeri, dopo fatti come quelli di Treviglio, sono mera statistica. Gian Battista Gatti e Giuseppe Legnani sono la tredicesim­a e quattordic­esima vittima del lavoro in Lombardia, nel 2018, le prime due in provincia di Bergamo. C’è una recrudesce­nza statistica. Ma il dato clamoroso è appunto l’assoluta assenza di previsioni di eventuali rischi alla Ecb. Gian Battista Gatti aveva portato anche il figlio, in macchina con lui, lasciandol­o nell’auto parcheggia­ta.

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