Pochi ricambi E Gasp chiese di tenere Kurtic
Haas e Castagne, panchina non all’altezza La cessione di Kurtic mal digerita da Gasp
L’uovo di Pasqua atalantino ha il sapore del fiele. Perché la sconfitta con la Sampdoria, difficilmente preventivabile alla vigilia stando alla forma con cui arrivavano le squadre alla sfida (tre k.o. consecutivi per i doriani, tre vittorie consecutive per i bergamaschi), rende più affollata la rincorsa all’Europa e più impervia la via dei nerazzurri in cerca di nuova gloria.
Calendario
A 47 punti si trovano Atalanta, Sampdoria e Fiorentina. Chi sta peggio, nonostante la vittoria di Bergamo, è la Samp. Perché la trasferta è stata corsara grazie a due incidenti causati esclusivamente da errori individuali, di Toloi e Haas. Delle tre chi è più galvanizzata è la Viola, reduce da cinque vittorie filate, che da qui alla fine del torneo dovrà vedersela con quattro big: Roma e Milan fuori casa, Lazio e Napoli al Franchi. Medesima difficoltà per i blucerchiati visto che dovranno affrontare Juve, Lazio e Napoli oltre il derby con il Genoa di domenica. E l’Atalanta? Percorso simile, perché sulla propria strada incrocerà nuovamente Milan e Lazio oltre all’Inter tra nove giorni.
Ricordare San Siro
La speranza è che la brutta sconfitta di martedì – forse la peggiore prestazione in stagione – come un anno fa, con quel 7-1 a San Siro contro l’Inter, sia lo schiaffo che rimetta sull’attenti la squadra. Esattamente come ha auspicato il tecnico Gasperini negli spogliatoi. Dopo la debacle del Meazza, l’Atalanta cominciò, infatti, una serie di dieci match (ora ne mancano otto) senza sconfitte, che l’accompagnarono fino al termine del campionato, ad agguantare il quarto posto. Facendole raggiungere la Storia. Storia che quest’anno si potrebbe ripetere. Perché, per una provinciale, qualificarsi per le coppe continentali per due anni di seguito sarebbe un’impresa. Nel recente passato chi è stato capace di un exploit simile a quello dei bergamaschi (il Sassuolo è l’esempio più lampante), nella stagione successiva ha rischiato la B.
Il caso sloveno
I presupposti per concedere il bis devono fare i conti con l’infermeria. Gasperini alla vigilia della gara con l’Udinese l’aveva detto: «L’anomalia non sono le defezioni attuali, ma non averle avute fino ad ora». Uno stato di salute che aveva mascherato una panchina non all’altezza. L’allenatore, difesa a parte, ha poche soluzioni affidabili su cui contare a gara in corso, sia per dare fiato a chi è in campo dall’inizio sia per cambiare tatticamente il match, o sui cui puntare quando i titolari sono ai box. Castagne non è ancora maturo, idem Haas. Cornelius evidentemente non ha la completa fiducia del mister. E pensare che sarebbe bastato un mercato invernale leggermente più coraggioso. Sarebbero bastati un paio di innesti di buon livello o, se volete, uno solo, a patto che Kurtic rimanesse.
Un addio che il Gasp ha mal digerito. Lo sloveno è stato venduto per cinque milioni di euro — senza che avesse chiesto espressamente la cessione — in cambio di Rizzo, inizialmente fuori forma, ora rotto, e tutto da scoprire. L’ex Sassuolo era stato, fino a gennaio, il sesto uomo perfetto in grado di ricoprire più ruoli con profitto. Quello che manca ora all’Atalanta.