Corriere della Sera (Bergamo)

«Ho provato a dividerli, poi gli spari»

- Di Pietro Tosca

«Quando hanno iniziato ad azzuffarsi, ho cercato di separarli. Poi, dopo gli spari, sono crollata, non capivo più niente». Così Ornella Novembrini, sorella di Carlo e Maurizio, la vittima e l’assassino, racconta i drammatici istanti dell’omicidio. Lei aveva raggiunto la sala slot insieme a Maurizio. Lo aveva visto nervoso e per questo lo aveva seguito. «Sono arrabbiato, ma sono fatti miei», si sarebbe limitato a dirle. Dopo avere ucciso, l’ha poi riaccompag­nata a casa: «Sentivo i proiettili che mi passavano accanto alla testa».

«Mi piange il cuore per quello che è successo: erano i miei fratelli, non potevo stare dalla parte dell’uno o dell’altro, figuriamoc­i essere complice di uno per uccidere l’altro. Quando hanno iniziato ad azzuffarsi ho cercato di separarli. Poi, dopo gli spari sono crollata, non capivo più niente». È il racconto di Ornella Novembrini, 49 anni, la sorella di Carlo e Maurizio, che mercoledì si è trovata tra di loro nella sala slot Gold Cherry di Caravaggio. Per qualche ora è stata sospettata di essere la complice di Maurizio, che ha freddato con quattro colpi di pistola Carlo e la sua compagna Maria Rosa Fortini. Dopo una notte in caserma e la visione delle telecamere, però, non è stata nemmeno indagata. Ieri, nella casa del fratello Maurizio, dove è ospite da 15 giorni, in siciliano stretto racconta quei momenti drammatici e i momenti precedenti.

«Mercoledì mio fratello è rientrato a casa verso le 17.30, era nervoso — ricorda –. “Che c’hai Mauri?” gli ho chiesto e lui mi ha risposto: “Sono arrabbiato, ma sono fatti miei”. L’ho pregato di accompagna­rmi a fare la spesa, di darmi almeno un passaggio. Non voleva, ma poi mi ha fatto salire in auto». Maurizio Novembrini abita a 100 metri dall’Ipermercat­o Coop, invece ha portato la sorella fino a Caravaggio nel piazzale del centro commercial­e. «Non mi voleva con sé — prosegue il racconto —, era già “trasmutato” ma chi pensava che facesse un gesto del genere? Arrivati a Caravaggio è entrato nella sala slot, pensavo di stare fuori a fumarmi una sigaretta ma poi sono corsa dentro anche io». Nel mini casinò, davanti alla cassa, i due fratelli erano già accapiglia­ti. «Ho provato a separarli — continua –. Urlavo a Carlo: “mettiti da parte, sei il più grande”».

Nelle immagini delle telecamere si vede la scena. Anche la compagna ha cercato di trattenere Carlo Novembrini. Ma il fratello di lui ha impugnato la pistola. «Ero in mezzo a loro e non capivo più nulla, sentivo i proiettili che mi passavano a fianco alla testa — dice singhiozza­ndo la sorella —, avevo paura di morire io. “Ma che hai fatto?”, ho gridato a Maurizio, lui era sconvolto e ripeteva: “Mi consumaio, mi consumaio”, “sono rovinato” in siciliano. L’ho seguito perché temevo si volesse suicidare. Siamo usciti dalla sala ma non siamo ripartiti subito. Poi mi ha accompagna­to a casa. Sono stata io a informare la moglie di cosa era accaduto».

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Il fotogramma Maurizio Novembrini e la sorella Ornella ripresi dalle telecamere mentre si allontanan­o dal centro commercial­e

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