Liberty acquisisce New Phoenix L’ex Ferretti verso il salvataggio
Affitto di ramo d’azienda: il colosso ricapitalizza la società di Dalmine
Il dossier era da qualche mese sulle scrivanie dello studio legale Mcm di Milano. Bollato così: cercasi urgentemente società interessata all’ingresso (e al salvataggio) di New Phoenix. Il nome americaneggiante che richiama anche l’araba fenice (che in mitologia risorge dalle proprie ceneri) altro non è che, rinominata, la Ferretti International di Dalmine. Un nome storico dell’imprenditoria costruttiva bergamasca — fondata nel 1993 — che, riferibile ad Alberto Ferretti, si è spesso resa protagonista di alcune performance industriali anche in ambito internazionale nella progettazione e realizzazione, chiavi in mano, di grossi insediamenti industriali. Soprattutto nel revamping, ovvero lo smantellamento e la demolizione controllata di impianti obsoleti, in ambito siderurgico, e l’installazione di nuovi. Un nome noto, con un know how in grado di assicurare interventi in ogni parte del globo, non ultimo in Libia dove Ferretti International aveva costruito opere importanti e da dove, nel 2015, era stata costretta a fuggire lasciando in loco macchinari e attrezzature. Un mercato, quello del Nord Africa, sul quale Ferretti International aveva investito e la cui dismissione, unita alla crisi, viene richiamata nel decreto con cui il Tribunale di Bergamo ha ammesso, recentemente, al concordato preventivo New Phoenix. Il salvataggio della società, di cui ora è ad Giorgio Campeggio, va ascritto all’advisor milanese Fante Group che ha trovato Liberty House Group. Mentre Mcm e Campeggio hanno convinto Liberty a investire. Impresa non da poco, dal momento che si tratta di una multinazionale con sede a Londra, attiva nel settore metallurgico con hub strategici che vanno da Dubai a Singapore, passando per Hong Kong e Sidney. In poche parole: un colosso mondiale con un patrimonio netto di 2 miliardi di euro che (miracolosamente) ha guardato a una piccola realtà bergamasca. Anche perché, altro elemento da sottolineare, Liberty è alla sua prima acquisizione in Italia. Non esattamente facilissima, ma che l’avvocato Fabio Cesare dello studio Mcm e lo stesso Campeggio, stanno cercando di agevolare in ogni modo possibile a salvaguardia dei 40 dipendenti e a beneficio dei creditori. Il passivo di New Phoenix ammonta a circa 38 milioni di euro; i crediti privilegiati e speciali sono 3 milioni e mezzo, quelli chirografari oltre 34 milioni. L’ammissione al concordato preventivo prevede che l’attività dell’impresa prosegua con un affitto di ramo d’azienda da parte di Liberty House che dovrà provvedere a ricapitalizzare New Phoenix con un importo di 1 milione 300 mila euro. Successivamente all’omologa del concordato (prevista per ottobre di quest’anno), con questa capitalizzazione, la società proseguirà in continuità diretta sostenendo tutti i costi per una cifra che si avvicina ai 5 milioni di euro. E lo farà con Aartee, una società di Liberty costituita all’inizio del 2018. Tutti gli asset considerati non strategici e i crediti per 9 milioni e mezzo di euro in capo a New Phoenix verranno conferiti in un apposito trust.
Con le tre operazioni — aumento di capitale, cessione degli asset non strategici e incasso dei crediti — l’attivo concordatario su cui può contare la procedura si avvicina agli 11 milioni di euro. Dalle parti di Dalmine possono tirare un sospiro di sollievo.