Gagliardini La prima da avversario
Atalanta-Inter, Gagliardini per la prima volta sabato allo stadio di Bergamo da avversario
Sabato sera sarà la prima partita a Bergamo da avversario per Roberto Gagliardini (foto), l’ex giocatore atalantino, di Dalmine, passato all’Inter a gennaio 2017. Un trasferimento da 25 milioni di euro dopo solo 14 presenze in Serie A.
Chissà se sabato sera i suoi vecchi tifosi lo riconosceranno. In fondo indosserà una maglia nerazzurra (o bianca da trasferta) che tanto assomiglia a quella che vestiva l’anno scorso, all’Atalanta. L’unica differenza visibile, rispetto ai quei tempi, sta in una nuova capigliatura che lo rende papabile come tronista nella trasmissione di Maria De Filippi. Miracoli della Milano che ti costringe a stare alla moda.
Per il resto, giurano dal capoluogo meneghino, Roberto Gagliardini è lo stesso ragazzotto che ha lasciato Dalmine quindici mesi fa dando l’inizio al baby boom (economico) atalantino. Lo stesso che si fa due polmoni così in mezzo al campo. Narra la leggenda che quando si trasferì all’Inter nel gennaio 2017, dopo un paio di allenamenti, chiamò il vecchio preparatore per farsi dare una tabella aggiuntiva di sedute. A lui, abituato ad arare il campo da vero medianaccio, a maggior ragione con gli allenamenti iperintensivi del Gasp, alla Pinetina sembrava di camminare.
«Gaglia» non ha subìto il passaggio a una big. Soprattutto mentalmente. Perché il trasferimento per 25 milioni di euro dopo solo 14 presenze in Serie A (13 l’anno scorso, una sola nel campionato precedente...), e soprattutto dopo un inizio carriera balbettante, poteva essere un macigno troppo gravoso da trasportare. Già, perché il centrocampista poteva avere un destino completamente diverso. Fatto di prestiti in B senza lasciare il segno e di una carriera anonima. Come molti dei ragazzi della cantera di Zingonia che non riescono a coronare il sogno di diventare calciatori di Serie A. Il rischio, per Gagliardini, dopo quei sei mesi con Reja costantemente in panchina, era reale. E poi? «Con Gasperini ho dimostrato che posso starci in questo gruppo», disse in un’intervista al Corriere Bergamo dopo la prima gara da titolare, contro il Napoli. Ci poteva talmente stare che è stato il primo dei giovani venduti a peso d’oro. Poi ci furono i Caldara (30 milioni alla Juve), i Conti e i Kessie al Milan (operazione complessiva di 55 milioni) e i Bastoni (10 milioni, raggiungerà a giugno Roberto). In attesa del prossimo, quel Bryan Cristante che quasi certamente saluterà Bergamo in estate. Base d’asta: 25 milioni.
Tornando alla pressione, per Roberto ce ne fu parecchia. Soprattutto dopo gli inizi strabilianti con la nuova squadra. Pronti, via e subito titolare. Due gol, il secondo all’amata Atalanta nella débâcle per 7-1 dei bergamaschi. Poi il declino, trascinato nella corrente che ha portato l’Inter fuori dalla zona Europa League. Discussioni. Gagliardini passò dall’essere «il futuro per la Nazionale» a uno che «non poteva valere 25 milioni dopo così poche partite».
Sopportò. Come sopportò le panchine in B e con Reja. Per poi ripartire agli ordini di Spalletti che ha creduto in lui fin da subito piazzandolo a schermare la difesa, in una posizione più arretrata rispetto a dove gli ordinava di stare Gasperini. È quarto per presenze (tre volte non è entrato in campo, una per squalifica) in squadra, terzo per chilometri percorsi. Perché in fondo, anche sotto le luci di San Siro, Gagliardini il campo lo continua ad arare.
Punto di forza Gagliardini è quarto nell’Inter per presenze, terzo per chilometri percorsi