«Le scelte di Trump non ci riporteranno a cinquant’anni fa»
Export, possibilità di sviluppo, ed effetto Trump sui mercati internazionali. Questi i temi affrontati durante il convegno, organizzato da Sace Simest (partner assicurativo e finanziario delle imprese che esportano) con Confindustria Bergamo, che si è svolto ieri al Centro congressi. «Le tensioni tra Stati Uniti e Cina per ora non toccano l’industria italiana — dice il vicepresidente di Confindustria Bergamo Aniello Aliberti —. Il presidente americano porta avanti delle politiche a favore di qualche settore, ma ne penalizza altri, quindi alla lunga scatenerebbe una reazione a catena. Cosa facciamo, torniamo a 50 anni fa con le frontiere chiuse? Non è sostenibile. Gli americani se ne stanno rendendo conto». Tornando in Italia, in termini di esportazione, «le imprese lombarde hanno da tempo avviato un percorso di sviluppo all’estero di successo», sottolinea l’ad di Sace (che controlla il 76% di Simest) Alessandro Decio. Stando ai dati relativi al periodo gennaio-settembre dello scorso anno, nella provincia di Bergamo il distretto della meccanica strumentale è cresciuto del 9,3%, il lattiero caseario del 14%, il tessile della Valle Seriana dell’1,9% e la gomma del Sebino del 14,9%: un incremento, quello della rubber valley, tra più accentuati in tutto il panorama italiano. «Per continuare a essere competitivi in un mondo in cui le barriere stanno aumentando — conclude il presidente di Simest Salvatore Robecchini — occorre puntare non solo sull’export ma anche sulla produzione all’estero». Nell’ultimo anno, Simest ha supportato 5.700 aziende lombarde, soprattutto piccole e medie imprese, mobilitando 3,6 miliardi di euro a sostegno di export e investimenti all’estero.