Una serata alla pari con l’Inter
Un’Atalanta arrembante bloccata in casa sullo zero a zero dall’Inter Scatti, assist e tiri: Barrow convince alla prima partita da titolare
Resta in gola all’Atalanta l’acuto che aveva chiesto Gian Piero Gasperini: con l’Inter finisce 0-0, dopo una partita giocata alla pari e, anzi, nel primo tempo tenendo il campo. La nota positiva della serata è l’esordio da titolare del giovane Musa Barrow, che mette in difficoltà la difesa di Spalletti.
L’Atalanta impatta per 0-0 contro l’Inter nel big match del sabato sera. Un pari che rispecchia l’andamento della partita, ma non le tante occasioni capitate da una parte e dall’altra. Un punto che muove (poco) la classifica atalantina, a meno tre dal sesto posto del Milan.
Gasperini vara la formazione attesa, con Barrow sostenuto da Gomez. L’altro ballottaggio è vinto da Gosens, sull’out mancino, con Hateboer a destra. L’Inter risponde inserendo Santon in difesa e alzando Cancelo sulla linea dei trequartisti al posto di Candreva. Prima dell’inizio c’è lo spazio per premiare Sofia Goggia e Michela Moioli, campionesse dello sci alpino, accolte dal presidente Antonio Percassi per le loro vittorie alle Olimpiadi invernali.
L’inizio della gara è vivace, l’Atalanta trova subito terreno fertile per le proprie iniziative, con Gomez che centra per Cristante, anticipato all’ultimo. Sul corner successivo Caldara riesce ad avere il tempo per stoppare e tirare, spedendo il pallone in curva. La prima spettacolare occasione bergamasca arriva al quinto minuto: invenzione di Cristante per il Papu che, davanti a Handanovic, spedisce incredibilmente fuori. È solo la punta dell’iceberg, perché l’Inter appare in nettissima difficoltà anche nell’evitare il primo pressing, mantenendo un possesso sempre all’indietro. L’inserimento di Barrow porta a un gioco molto più verticale rispetto a Petagna e Cornelius. Questo perché il gambiano attacca di più la profondità, inserendosi tra Miranda e Skriniar.
Per vedere una sortita milanese bisogna attendere il 18’ con una percussione di Rafinha, mentre Barrow continua nei suoi strappi, prima su
Il match Nel primo tempo i bergamaschi hanno dominato, nella ripresa il calo inevitabile
Miranda con conclusione centrale, poi avventandosi sul cross dalla sinistra di Gosens ma mandando fuori di poco, infine accartocciandosi sul centro di Gomez, chiamando alla parata sensazionale il numero uno avversario. A guardia della porta opposta, è Berisha a guadagnarsi la pagnotta opponendosi a una fucilata di Perisic, tutto solo all’imbocco dell’area. Ancora il croato, in chiusura di frazione, fa correre un brivido lungo la schiena dello stadio: imbeccato da Gagliardini lascia partire un diagonale da ottima posizione che sfila vicinissimo al palo.
Nella ripresa Cornelius sostituisce Barrow al centro dell’attacco e la pericolosità della banda Gasp rimane ai livelli di guardia, mentre l’Inter gioca di rimessa. Il cambio deciso da Gasperini non trova spiegazione tecnica dopo il buonissimo primo tempo dell’attaccante della Primavera.
Masiello per poco non va a sbloccare il risultato con un diagonale, deviato in calcio d’angolo in maniera provvidenziale. Novanta metri più indietro è Hateboer a recuperare, magistralmente, su un Icardi lanciato a rete. I centimetri di Cornelius, oltre alla stazza fisica, danno una preziosa sponda ai centrocampisti atalantini, ma d’altro canto tolgono pericolosità in profondità rispetto al sostituto Barrow. Ancora Perisic si fa vivo dalle parti di Berisha, complice anche un calo vistoso dei ritmi: Icardi svetta su Caldara, senza inquadrare la porta, poi Rafinha - prima di lasciare il campo - spreca un rigore in movimento, innescato dall’assist di tacco del capitano interista.
L’inerzia è definitivamente cambiata, perché Eder spedisce un bolide dai 30 metri, impegnando severamente il portiere atalantino. A cinque minuti dalla fine Perisic vola in cielo, ma la sua zuccata grazia ancora la retroguardia orobica. Non succede più nulla e la sfida finisce poco placidamente zero a zero che, almeno per raggiungere l’Europa, serve a pochino.