Cantieri e assunzioni: la Provincia riparte L’ok dei sindaci al bilancio per tre anni
Dopo anni asfittici, il bilancio di previsione della Provincia recupera ossigeno. Il documento torna triennale (2018-2020) e incassa un plebiscito all’assemblea dei sindaci: su 126 Comuni rappresentati solo 19 astensioni, fra cui Treviglio, Clusone, Azzano e Ponte San Pietro, e due nel Consiglio provinciale successivo.
I conti 2017 chiudono con un avanzo previsto di 11,4 milioni di euro, nonostante rimanga l’emorragia verso Roma: al netto dei finanziamenti governativi, via Tasso corrisponderà 34 milioni l’anno. Fra le entrate, incidono imposte di trascrizione (35,4 milioni) e bollo auto (39 milioni). In quello che Antonio Purcaro, all’ultima da d.g., definisce «un sistema schizofrenico», lo Stato dal 2019 stanzierà 4 milioni l’anno per la sistemazione delle strade. La spesa del 2018 ammonterà a 98,7 milioni (metà in servizi). Dovrebbe finire la contrazione
del personale (oggi la Provincia ha un segretario, 4 dirigenti e 384 dipendenti) con una quindicina di assunzioni. In un anno la «stazione appaltante» della Provincia si è convenzionata con 93 municipi, gestendo 62 gare per 26 milioni.
«Continueremo a battere sul tema delle risorse», dice il presidente Matteo Rossi, che rivendica gli investimenti stimati nel triennio: 25,8 milioni per la manutenzione delle scuole e 13 per le strade (soprattutto asfaltature), più l’impegno a estinguere i debiti (ripagati finora al 60%) coi Comuni per il trasporto disabili. Il 18 aprile il presidente incontrerà il presidente regionale Attilio Fontana. Nel frattempo incassa l’apertura alla «collaborazione a tutti i livelli» degli assessori regionali Claudia Terzi (Infrastrutture) e Massimo Sertori (Enti locali), critici sulla riforma Delrio.