Baustelle, diario intimo della maturità
Il cantante Bianconi «Sono più contento di praticare l’amore ora rispetto a quando avevo vent’anni»
Un album scritto in tour. Così i Baustelle descrivono il nuovo «L’amore e la violenza Vol. 2», seguito del fortunato «L’amore e la violenza». La band lo presenterà stasera in un Alcatraz sold out. «Credo che in questo secondo volume ci sia più freschezza», dice Francesco Bianconi, voce dei Baustelle. «È un album nato da un’urgenza scaturita mentre eravamo in giro a suonare, il che mi ha portato a scrivere i pezzi alla chitarra e non al pianoforte, strumento che offre maggiori possibilità compositive. Ne è venuto fuori un insieme di canzoni spontanee, dirette». Quanto ai testi, poggiati su un sound pop ricco di sintetizzatori, il 44enne toscano, milanese d’adozione, ha tratteggiato una serie di bozzetti sull’amore in età adulta. «Arrivo da un periodo rocambolesco, così è stato più facile raccogliere idee da mettere in scena. Il risultato è un disco dal carattere più privato, intimo, sincero non nel senso di veritiero — anche gli altri dischi lo sono —, ma nel senso di non mediato». Caratteristiche, queste, che affiorano sodesiderio prattutto in «Perdere Giovanna» e «Baby», storie di rapporti finiti e desideri ritrovati.
«Sono più contento di praticare l’amore ora: rispetto a quando avevo 20 anni sono più in pace con me stesso. A quell’età sei troppo preso dal di vivere appieno qualsiasi esperienza, ma io sono un pessimista, non credo che la vita sia soltanto bella, la penso come Battiato quando dice “viva la gioventù, che fortunatamente passa”. Adesso riesco a vivere la mia visione critica del mondo più serenamente e so anche che soffrire per amore non è così grave, c’è di peggio». «L’amore è negativo», canta nell’omonimo brano Bianconi, che spiega: «Mi ha ispirato la lettura di un saggio meravi- glioso: “Eros in agonia” del filosofo coreano Byung-Chul Han. La tesi è che l’amore è l’annullamento del sé, è negativo nel senso che implica la morte dell’ego in favore della totale adesione a un essere altro. Ma anche perché la nostra società consumistica e capitalista, che spinge all’individualismo, in cui tutti dobbiamo essere in forma, fotografarci e moltiplicarci attraverso i social, non invecchiare mai, è il contrario dell’annullamento del sé». Ma c’è dell’altro: «Quel brano esprime anche un sentimento di mia personale insofferenza nei confronti delle canzoni d’amore attuali, basate su un romanticismo pulito e svenevole, che è tornato di moda. Sarà che in quest’epoca di ansia si evita di parlare di inquietudini e si ricerca una musica rassicurante, come se vivessimo in un romanzo rosa. Io sono fatto in un altro modo, se soffro per amore mi ascolto volentieri Piero Ciampi: paradossalmente mi stringo con lui nel dolore, fino a stare bene».