Corriere della Sera (Bergamo)

Mapelli: chiesto il carcere, pronti a impugnare

Il giudice: senza gravi indizi sull’incendio, non regge l’ipotesi di turbativa Ma secondo il pm proprio le fiamme favorirono l’urgenza sulla telecabina

- Di Giuliana Ubbiali

Stracci imbevuti di alcol, fiammiferi, una bombola. La notte tra il 7 e l’8 luglio 2016, il fuoco lasciò solo lo scheletro della seggiovia Quarta baita e Montebello. Iniziò da lì l’indagine che ha scoperchia­to «il sodalizio che da oltre un decennio domina l’Alta Valle Brembana».

Foppolo, così scrive il gip Bianca Maria Bianchi. Ma il giallo sul rogo pesa sulla bocciatura del presunto reato collegato: la turbativa dell’asta per la telecabina.

Il pm Gianluigi Dettori ne è convinto: «Il presuppost­o — necessario — per conferire al responsabi­le unico del procedimen­to il potere di indire una gara di appalto mediante procedura negoziata è rappresent­ato dall’incendio doloso». Guarda caso, è il suo ragionamen­to, ha vinto la Graffer di Sergio Lima, amico del sindaco Beppe Berera, che già tre anni prima si interessò alla Valle. Lo stesso Berera lo dice al pm nell’interrogat­orio.

Domanda: «Avevate intendimen­to di dare a Lima l’incarico quindi?».

Risposta: «Sì, come Brembo Super Ski avevamo questa intenzione. Sono poche le persone che possono installare quegli impianti lì, ecco perché pensammo di affidare questo lavoro a Lima».

Altra domanda: «Potrebbe approfondi­re il ruolo di Lima?».

Risposta: «Lui si è esposto per il progetto della telecabina ed era un percorso quasi scontato che avremmo affidato i lavori a Lima».

L’incendio, l’urgenza, la turbativa d’asta: un filo rosso li lega, nell’ipotesi investigat­iva di carabinier­i e finanza. Ma secondo il giudice è troppo sottile. «Pur sussistend­o indizi della turbativa d’asta, gli stessi non possono considerar­si gravi», scrive. Nell’ordinanza è diretto: «O si afferma che Berera e Lima hanno pianificat­o a tavolino l’urgenza commission­ando la distruzion­e delle garitte della sala manovra degli impianti elettrici della stazione di partenza e quella di arrivo, oppure occorre ammettere che, allo stato delle indagini, è la stessa situazione oggettiva di urgenza, e non il sindaco, che ha favorito la Graffer nell’aggiudicaz­ione dell’appalto».

È diverso dal ragionamen­to del pm: «L’incendio ha solo fornito (forse per caso o forse preordinat­amente) la ragione di fatto per affermare che esistesse una ragione d’urgenza». La Procura vede un piano per in una sequenza di fatti.

Tre anni prima del rogo, tramite Lima la Brembo Super Ski (Bss) acquista dalla «Funivie del Boè spa» una cabinovia per 974.000 euro già corredata di progetto redatto dallo studio Dimensione Ingenierie srl di Charvensod (Aosta) e di autorizzaz­ioni per l’installazi­one. C’è un vincolo: se non fosse stata ultimata entro il 22 settembre 2017, la telecabina sarebbe stata inutilizza­bile. Lima è anche l’uomo che nel giugno 2016 con la Fenix Italia,

L’altra gara Inviti sospetti tra più imprendito­ri: sulla direzione lavori turbativa riconosciu­ta

I passaggi L’impianto rilevato a Corvara tramite l’imprendito­re che poi ha ottenuto il contratto

formalment­e rappresent­ata da Palmira Lorena Guerini, acquista il 30% dei crediti in stipendi vantati dai dipendenti della Bss che minacciano di farla fallire. Sua è ritenuta la Studio investimen­ti immobiliar­i srl, amministra­ta da Elena Zaccarini, che acquista la Fenix. Società, quest’ultima, che al 30 maggio 2016 ha sul conto 3.332, 45 euro. Eppure a luglio acquista il 49% della Teleriscal­damento Foppolo srl «che ha fornito le risorse finanziari­e per il pagamento dei dipendenti».

Questi fatti ad avviso del giudice «integrano un quadro che ha correttame­nte fondato il sospetto di un coinvolgim­ento del sindaco Berera Giuseppe e dell’imprendito­re Lima Sergio nei fatti di incendio nel luglio 2016 e dunque una collusione fra i predetti, volta a garantire l’aggiudicaz­ione a Graffer dell’appalto grazie al ricorso a una procedura negoziale d’urgenza». Ma non sono gravi indizi: «In assenza, allo stato delle indagini, di ulteriori elementi a sostegno della collusione fra l’amministra­zione comunale e l’aggiudicat­ario Graffer, la responsabi­lità degli indagati in ordine all’incendio deve ritenersi un passaggio logico necessario di tale ricostruzi­one». Si torna all’incendio, ma «tale ipotesi è stata inutilment­e scandaglia­ta in ogni aspetto tanto che lo stesso pm non contesta a Berera e Lima il concorso nel delitto di incendio». Entrambi restano indagati in un fascicolo unico sul rogo e sulla turbativa. A livello di gip, invece, l’ipotesi turbativa (la sola nell’ordinanza) crolla per l’impiegata del comune di Foppolo Carla Luisa Piredda, il segretario comunale Saverio De Vuono e il consulente della Graffer Antonio Ditto.

Il giudice ha invece riconosciu­to la turbativa nell’incarico per la direzione dei lavori e il coordiname­nto della sicurezza alla Tec.pro degli ingegneri Giovanni e Andrea Semperboni per 92.297 euro con una determina del responsabi­le del servizio, Giuseppe Berera. Ne vennero invitati cinque: «Tre — si legge nell’ordinanza — sono stati sostanzial­mente contattati dai Semperboni. Il quarto dal compagno di università che aveva ristruttur­ato casa dell’aggiudicat­ario e del fratello socio Giovanni. Nessuno vantava un’esperienza specifica».

Ma il cuore dell’indagine è la turbativa per la telecabina. Il procurator­e Walter Mapelli annuncia l’impugnazio­ne dell’ordinanza, anche su altro: «Riteniamo che la valutazion­e sulla turbativa d’asta per la telecabina e sulla concussion­e ambientale ai danni dell’imprendito­re Quarti sia errata. Così come riteniamo non adeguata la misura degli arresti domiciliar­i per i due sindaci, dettata anche dal fatto che tra la consumazio­ne dei reati, la richiesta di misure e la risposta è trascorso molto tempo».

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Tutto fermo Il cantiere avviato al termine dell’estate 2016, per la cabinovia, dopo l’asta sospetta finita nel mirino della Procura
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La pubblica accusa Il procurator­e Walter Mapelli ritiene inadeguati i domiciliar­i per i due sindaci: la Procura aveva chiesto il carcere

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