Soldi a Hong Kong e truffe
Il giudice: «Gestione spregiudicata della stazione sciistica usata come strumento di potere che ha dominato l’Alta Valle per 10 anni». La Regione raggirata per oltre 3 milioni di euro
Il sindaco di Foppolo Giuseppe Berera e quello di Valleve Santo Cattaneo da ieri sono agli arresti domiciliari per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, alla bancarotta e alla turbativa d’asta. Sono indagati anche per falsi e abusi d’ufficio e (solo Berera) lesioni personali. Avrebbero trasformato la Brembo Super Ski, la società pubblica degli impianti di risalita, di cui sono stati amministratori per un decennio, in uno «strumento di potere», con la moglie del sindaco e l’impiegata del Comune a fare da spalla.
A lampeggianti accesi il corteo imbocca la provinciale e si lascia alle spalle una scia di sguardi. Chi si affaccia alla finestra, chi si volta con aria stralunata, chi osserva e sa della svolta nell’inchiesta sulle seggiovie. Un terremoto in chiave locale.
Berera, 49 anni, amministratore dei tempi d’oro di Roberto Formigoni, al suo terzo mandato, da ieri è agli arresti domiciliari con il divieto di avere contatti con il resto del mondo, a parte la famiglia e il suo avvocato. Va verso la sospensione dell’incarico, il suo vice potrà subentrargli. In caso contrario, scatterà il commissariamento. Una misura cautelare necessaria perché «elevatissimo e attuale» è, secondo il gip Bianca Maria Bianchi, il rischio che continui a commettere reati. Era diretto a Brescia per sbrigare una faccenda legata ai problemi economici del Comune con il sindaco di Valleve Santo Cattaneo, 67 anni. I militari erano saliti anche per lui. Sono rientrati entrambi alle 8.30 e, dopo le perquisizioni a casa e in municipio, si sono incrociati da arrestati quando il primo veniva scortato per la notifica in Finanza e l’altro riaccompagnato dalla caserma di Zogno.
Su Berera le carte del tribunale documentano truffe ai danni della Regione Lombardia per 3 milioni e 290 mila euro di contributi indebitamente percepiti, una marea di falsi, la turbativa d’asta legata alla telecabina. E poi gli abusi d’ufficio per fare avere, attraverso i Comuni, fidejussioni alla Brembo Super Ski (Bss), la violenza privata su Davide Midali e il figlioletto, la bancarotta fraudolenta per quasi 700 mila euro. Il tutto nella cornice di un’associazione per delinquere di cui Berera era il leader indiscusso, sia nella veste di sindaco sia in quella di amministratore, prima nominato (dal 2006 al 2014) poi di fatto, della «bereracentrica» Bss, come la definisce agli inquirenti un testimone. «Lungi dall’essere deputata allo sviluppo economico del settore turistico ed al benessere economico della comunità locale — evidenzia il gip — Brembo Super Ski, dominata dalla figura di Berera, è stata concepita e gestita come lo strumento di una gestione domestica e spregiudicata del territorio, al fine di accentrare nei suoi esponenti l’incondizionato controllo economico e politico del territorio». Al presunto sodalizio, il cui «incondizionato potere» è cresciuto negli anni tanto da rendere
❞ La società concepita per gestire in modo spregiudicato il territorio Il giudice
sempre più rischioso opporsi — è sempre il gip — avrebbe preso parte il sindaco Cattaneo, presidente Bss dal 2014, anche lui ai domiciliari per sei capi di imputazione, alcuni in concorso con Berera, altri per fiancheggiarlo, come nell’aggressione a Midali. A sua volta, dovrebbe essere sospeso dalla Prefettura.
Se Cattaneo era il «braccio destro», il gip individua in Luisa Piredda, 41 anni, di San Pellegrino Terme, impiegata a Foppolo e consigliere a Valleve, la «fedele collaboratrice». Vista la «spregiudicatezza» con la quale si sarebbe prestata a commettere reati di falso e turbativa d’asta, è stata sospesa per otto mesi dal lavoro. Lei era la «spalla» in Comune. Roberta Valota, 48 anni, moglie di Berera, nella società di sci di cui era dipendente: «Per anni, con non comune disinvoltura, ha sistematicamente alterato la documentazione contabile — scrive il giudice nel disporre l’obbligo di firma — per assicurare alla società amministrata dal coniuge di ottenere indebiti finanziamenti regionali, al fine di favorire l’accreditamento politico dello stesso Berera». Andrà approfondita, invece, la posizione di Andrea Semperboni, 50 anni, sul conto del quale il giudice riconosce, in concorso con il fratello Giovanni, 57, entrambi ingegneri di Bergamo e soci della Tec.Pro. Srl, i gravi indizi di colpevolezza nella turbativa d’asta sull’appalto da 98 mila euro per la direzione lavori del cantiere per la telecabina. Non potranno esercitare la professione nelle amministrazioni pubbliche per otto mesi.
Tra i 12 indagati, rispetto all’associazione non appaiono invece gravi, ma comunque da approfondire, gli indizi a carico dell’ex sindaco di Carona Gian Alberto Bianchi, accusato di abuso d’ufficio e falso ma per episodi limitati rispetto ai colleghi, dell’ex legale rappresentante della Graffer Riccardo Tomasi, 56 anni, di Bovezzo (Brescia), accusato di falso, del segretario comunale di Foppolo Saverio De Vuono, 67 anni, residente a Leffe (falso), e di quel Sergio Lima al centro della presunta gara truccata nelle settimane dopo l’incendio da cui tutto ha avuto inzio.
All’obbligo di firma «La moglie di Berera con non comune disinvoltura ha alterato la documentazione»