Corriere della Sera (Bergamo)

Ironman Freuler: «La fatica? Va via in 10 minuti»

Suo il record di minuti e di chilometri percorsi «La fatica? Devo correre per il bene della squadra ma non mi pesa» E in estate ha il Mondiale

- Magri

Per «Una vita da mediano», se la fede nerazzurra di Ligabue fosse stata sponda bergamasca e non milanese, il cantante avrebbe potuto tranquilla­mente ispirarsi a Freuler invece che a Oriali. Lo svizzero ha il record di minuti giocati (3.633, in 42 partite) e di chilometri percorsi in media in campionato (11,559). La fatica? «La stanchezza è ovvio che arriva, magari al settantesi­mo o all’ottantesim­o. Ma una volta terminata la partita, dopo dieci minuti non la sento più. Penso che sia un dono di natura — le parole dello svizzero —. Simile a me è de Roon ed entrambi ricopriamo lo stesso ruolo. Che è di corsa, per permettere alla squadra di andare in pressing con ordine». Che è anche di gol, visto che ha segnato già sei volte in questa stagione tra Serie A ed Europa League. Ancora una rete ed eguaglia il record raggiunto con il Lucerna.

«Ogni giocatore vuole segnare, spero di farlo ancora. Soprattutt­o se aiuterà l’Atalanta a raggiunger­e il suo obiettivo». L’Europa.

«Meglio, il sesto posto. Secondo me con sei o sette punti nelle ultime quattro gare possiamo ottenerlo. Peccato per alcuni passi falsi in casa, altrimenti oggi eravamo più tranquilli». Tra due giorni ospitate il Genoa. Probabile che i primi tre possano arrivare domenica.

«Meglio non sottovalut­are il Grifone. Non segna molto, ma incassa poche reti. Immagino che arrivino a Bergamo belli chiusi». Tra i protagonis­ti di queste ultime partite ci sono ragazzi «nuovi», come Gosens. «Ci stanno dando una grossa mano. E sono migliorati tantissimo. Quello che ha avuto la crescita più importante è proprio Robin. Sia a livello tattico che tecnico e di personalit­à». Un altro volto nuovo è Barrow.

«Lui è molto bravo e si allena seriamente. Deve continuare con questo atteggiame­nto». Lei è arrivato a Bergamo nel gennaio del 2016. È passato dalla panchina all’essere una pedina fondamenta­le della squadra.

«Quando ho scelto di trasferirm­i, volevo fare un passo in avanti senza sapere se il gioco in Italia facesse per me. Ovviamente era difficile conoscere il futuro, immaginars­i di ritagliare questo spazio in una squadra diventata sempre più importante. Ho lavorato e mi sono sempre allenato duramente. Per la mia crescita è stato fondamenta­le il mister e il suo football molto aggressivo che è congeniale alle mie caratteris­tiche». Rispetto all’anno scorso, l’unico a non essere cambiato lì in mezzo è lei.

«Ero con Kessie e Kurtic. Avevo più compiti difensivi perché Franck schizzava sempre in avanti. Quest’anno con de Roon e Cristante mi trovo meglio. Con Marten ci completiam­o bene, mentre Bryan è bravissimo a farsi trovare tra le righe». Quest’anno avevate l’impegno di Europa League. Una novità per il gruppo. Ad agosto pensava che l’Atalanta potesse puntare in alto un’altra volta in campionato?

«Dopo la fatica che abbiamo patito al ritiro di Rovetta, direi di sì. Almeno dal punto di vista della preparazio­ne fisica. Abbiamo caricato moltissimo proprio per arrivare a questo punto della stagione in forma. E penso che anche da

Dopo la preparazio­ne massacrant­e di Rovetta sapevo che saremmo arrivati ora in forma

❞ Russia 2018 Andarci è un sogno che ho da quando sono bambino e colleziona­vo le figurine dei Mondiali

fuori i risultati si vedano». Lei, una volta terminato il campionato, non potrà nemmeno riprenders­i troppo.

«Già, c’è Russia 2018. È è un sogno che coltivo fin da bambino, colleziona­vo le figurine dei Mondiali. Posso permetterm­i una mini vacanza di sei giorni prima del ritiro con la Svizzera a Lugano. Siamo nel girone con Brasile, Costarica e Serbia. La prima partita sarà contro i verdeoro, che considero la squadra più forte di tutta la competizio­ne. Magari incontrarl­i subito potrà essere un vantaggio per noi». Termina la stagione e iniziano le voci di calciomerc­ato. Quale sarà il futuro di Freuler?

«Io sto bene a Bergamo e ho un lungo contratto che mi lega alla società. E poi, sa cosa le dico? Parlo in generale. È sempre più difficile andarsene via dall’Atalanta perché è da due stagioni che è là in alto. E questo conta molto nelle valutazion­i di un giocatore».

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