Corriere della Sera (Bergamo)

Il rap è il nuovo rock: parola di Sfera

«La periferia mi ha trasmesso la voglia di diventare qualcuno, ma io resto umile»

- Raffaella Oliva

Ha intitolato il suo ultimo disco «Rockstar», perché «il rap è il nuovo rock», ma anche perché il successo l’ha trasformat­o nell’idolo di tantissimi giovani. E almeno su questo non si può obiettare nulla: da stasera a domenica Sfera Ebbasta, al secolo Gionata Boschetti, riempirà il Fabrique con ben tre concerti sold out (via Fantoli 9, ore 21). Cuore della scaletta, quel «Rockstar» che — uscito a gennaio — si è rivelato l’album della consacrazi­one, trasforman­do il 25enne nel «re della trap» (sottogener­e dell’hip hop) che sperava di diventare. «Ciò che m’importa di più ora è proporre un live dinamico», afferma Sfera. «Non ci si deve annoiare: dal palco mi piace far scatenare la gente, è uno scambio di energia e adrenalina!».

Tra i brani in scaletta, «Ciny», titolo in omaggio a Cinisello Balsamo, la cittadina alle porte di Milano dove Gionata è nato e cresciuto e che oggi rappresent­a il passato: «Rockstar» racconta proprio l’approdo in un altro tipo di realtà, la conquista del regno della celebrità intesa e vissuta come sinonimo di denaro, sballo, ragazze, ostentazio­ne. O perlomeno questo è ciò che affiora dai testi del disco. «In realtà io sono lo stesso ragazzo di prima», commenta Sfera. «Non vivo più a Cinisello, ma abito comunque in provincia; al momento la preferisco al caos della città». E ancora: «La periferia mi ha trasmesso la voglia di diventare qualcuno. Arrivo da una famiglia umile, quindi capisco In ascesa Sfera Ebbasta, al secolo Gionata Boschetti, 25 anni. è nato e cresciuto a Cinisello bene il valore dei soldi e la fortuna che ho, ma è anche vero che i soldi ti rendono la vita migliore e mi hanno permesso di comprare una casa a mia mamma: lei sarà sempre al di sopra di qualsiasi ricchezza». Certo, ora immaginare una vita senza rap è difficile, ammette il 25enne: «Fare musica è un mio pensiero fisso sin da quando ero ragazzino. La scuola non faceva per me, i lavori che ho provato nemmeno. Sarei potuto finire ovunque, ma il destino è stato dalla mia e la voglia di “spaccare” e di credere nel mio obiettivo ha vinto. È la prova che, se si hanno dei sogni, non bisogna arrendersi mai». Positivo

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Mike Highsnob, spezzino, milanese d’adozione
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