Mike Highsnob «Così la musica è stata la mia cura»
Per Michele Matera, in arte Mike Highsnob, il rap è una forma di terapia contro il bipolarismo. Malattia che combatte anche con giochi di parole. Come nel titolo del suo disco di debutto, «Bipopular», che uscirà oggi, nel giorno di partenza del suo Instore Tour, prima a Varese e poi a Milano al Mondadori Megastore di via Marghera (ore 17.30, ing. libero). «Ho unito il termine “popolare”, per esprimere la mia voglia di arrivare al grande pubblico — dice l’artista —, con il disturbo che mi ha portato a uno sfogo compulsivo nel cibo, nel gioco d’azzardo e nella droga. La musica è stata la mia cura. E nella copertina ironizzo sulla mia malattia, indicando graficamente i titoli delle canzoni sulle confezioni di farmaci che ho assunto». Il suo nome d’arte nasce dalla volontà di spiccare nella scena hip hop. «Deriva dal sito di moda Highsnobiety — spiega —, per rappresentare il “sangue blu” del rap. Ho una visione integralista, e non scendo a compromessi commerciali facendo duetti con artisti più famosi di me perché non capirei il reale gradimento della gente nei mei confronti». Il successo lo ha già raggiunto con «Wannabe», brano con oltre 2 milioni e mezzo di visualizzazioni («numeri che nel mondo dell’hip hop sono ancora da underground», dice). Tra i suoi punti di forza c’è il dissing. «Attacco solo chi mi ha attacca — precisa —. Però vorrei dare solo esempi positivi ai ragazzi. Ho fatto un appello ai miei fan per trovarci in piazza Duomo e donare soldi ai senzatetto». (Paolo Carnevale)