Inps, contributi non pagati in crescita del 500%
Il bilancio 2017. Scendono le posizioni lavorative fittizie accertate
Gli ispettori sono in calo da tempo: erano 26 a metà anni Duemila, oggi sono solo 9. Ma nel frattempo l’Inps di Bergamo registra un aumento sensibile dei contributi non pagati: tra il 2015 e il 2017 (secondo i dati presentati ieri in occasione dei 120 anni dell’Istituto) sono aumentati da 1 milione circa a oltre 6 milioni.
Porte aperte e tempo di bilanci per l’Inps, che festeggia i 120 anni dalla fondazione. Dopo la diffusione di ieri del resoconto 2017, oggi allo spazio incontri di Oriocenter il personale è presente in postazioni fisse per rispondere a domande e dubbi dalle 9 alle 20.
Tra i dati resi noti c’è un incremento dei contributi non pagati da parte delle aziende. Il valore accertato era di poco più di 1 milione di euro nel 2015, salito a 6 milioni e 772 mila nel 2016 e ha raggiunto i 6 milioni e 877 mila nel 2017 (oltre il 500% in più). Di conseguenza l’anno scorso sono scattate sanzioni alle aziende per 1 milione e 852 mila euro. Alto, ma in calo, il valore degli annullamenti di posizioni lavorative fittizie, spesso create dalle aziende per evadere. «Il picco di annullamenti è del 2016 — spiega il direttore di Bergamo Vittorio Feliciani —. Da nostre indagini incrociate erano sono emerse delle incongruenze e il non rispetto dei requisiti, con aziende che licenziavano e riassumevano la stessa persona per avere gli sgravi. Il valore degli annullamenti è di 4 milioni 884 mila euro per quell’anno». Nel 2017 lo stesso è sceso invece a 1 milione e 692 mila.
In generale, dai dati emerge che «l’Inps di Bergamo si trova in una posizione privilegiata rispetto ad altre province lombarde — rileva il presidente del comitato provinciaeuro
le Inps Sebastiano Testa —. Certo alcuni problemi nazionali ci toccano». A causa dell’aumento dell’età e del numero di dipendenti che vanno in pensione, senza ricambio generazionale, i lavoratori della sede bergamasca dell’istituto sono in diminuzione costante dal 2013 e oggi gli impiegati nei sette distretti di Bergamo e provincia sono 299 su 1 milione e 109.933 cittadini. L’età media è 53.47 anni, con vent’anni di anzianità. Il maggior
numero (157) ha tra i 50 e i 60 anni e sono solo 5 quelli con meno di 40 anni. In calo, negli anni, gli ispettori: erano 26 a metà anni Duemila, oggi sono in nove. È un trend anche nazionale.
Resta alto il numero delle prestazioni. Come evidenzia il direttore provinciale Feliciani «oltre il 70% dei cittadini bergamaschi ha avuto una prestazione dall’Inps per più mesi nel 2017». Sono infatti 347.169 le persone che hanno ricevuto regolarmente la pensione e 373.959 quelle con prestazioni a sostegno del reddito, cioè alcune mensilità, nel 2017. Ma c’è ancora un grande divario tra le pensioni.
Il 25% delle donne che hanno lavorato nel privato prendono pensioni inferiori a 500
al mese. Nel pubblico la percentuale è sotto l’1%, ma è forte il divario tra uomo e donna (il 96% degli uomini prende più di 1.500 euro contro il 58% delle donne).
Per quanto riguarda i disoccupati, nel 2017, 24.927 persone hanno avuto un’indennità di disoccupazione, «più del 2016, ma è un dato che oscilla negli anni a seconda delle riforme e degli incentivi del governo», spiega il responsabile agenzia prestazioni Cesare di Pasquale. Diminuiscono i cassaintegrati (43.045 contro 100.207 del 2016), «perché le aziende hanno adottato misure alternative», conclude Di Pasquale.
I sindacati «L’istituto a Bergamo è messo meglio di altri. Ma risente di problemi nazionali»