L’arte e i misteri della scrittura, in mostra miniature e capilettera
Cosa si nasconde dietro un capolettera? Cosa si cela al di là del principio estetico che regola un codice miniato? È quel che svelerà «La scrittura, che storia!», serie di eventi (una mostra, due laboratori e una conferenza), promossa dal Polo Culturale «Mercatorum e Priula», in collaborazione con il Museo dei Tasso e della Storia Postale di Camerata Cornello, che sarà organizzata, in Valle Brembana, dal 29 aprile al 3 giugno e che avrà come obiettivo quello di indagare la storia della scrittura e dello scrivere durante il Medioevo. «L’idea di organizzare una manifestazione che scandagliasse il tema dello scrivere è nata dalla presenza, nel Museo dei Tasso, di una sala dedicata alla storia della scrittura – spiega l’operatrice museale Michela Giupponi –, uno spazio creato grazie alle donazioni private di Alberto Lonigo e Norina Facchetto e al materiale del Museo della comunicazione di Roma, che ha reso possibile la creazione di una linea del tempo che, dai volumi del 1600, giungesse fino al «Quaderno» della Olivetti del 1992 e alle moderne tecnologie, passando per il telegrafo e per il telefono a disco».
Un progetto che si intreccia con l’arte di Simone Algisi, miniaturista originario di Certosino Dalmine, cresciuto «a bottega» presso i maestri K.P Schaffell e Ivano Ziggiotti, due tra i massimi rappresentanti della miniatura internazionale.
«Simone, attraverso l’uso di pigmenti naturali e pergamene — continua Giupponi —, farà scoprire a bambini e ragazzi come, nel Medioevo, si creassero miniature e capilettera». Un’arte, quella della miniatura, che va oltre la bellezza del segno. «Ho avuto una formazione non accademica, ho trovato buoni maestri d’arte che sono stanti anche maestri di vita — spiega Algisi, che, nel 2012, ha esposto alcune opere nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo —. Da loro ho appreso la miniatura: i suoi ritmi cadenzati, la difficoltà nel reperire i colori estratti, spesso, dai minerali o dai vegetali, l’ideazione della cornice, il disegno, la coloritura e la doratura: esercizi che ti fan tollerare meglio gli errori, che ti fan capire l’importanza del tempo, il valore della fatica, il sen- so ultimo e primitivo delle cose, che sfugge alla nostra mania di controllo e di perfezione e che si manifesta proprio nell’imperfezione che, in quanto tale, è unica e autentica. Una forma di educazione alla lentezza, una forma di presa coscienza e di accettazione della nostra finitezza. Ma anche una forma di mistero e di miracolo che si svela nell’arte».
Alle 15 di oggi il primo appuntamento, con l’inaugurazione, nel borgo di Cornello dei Tasso, della mostra «L’arte di scrivere: nella bottega dello scrivano».
Esposizione Alle 15 l’inaugurazione, a Cornello dei Tasso, di «L’arte di scrivere: nella bottega dello scrivano»