Corriere della Sera (Bergamo)

L’arte e i misteri della scrittura, in mostra miniature e capiletter­a

- Francesco Ruffinoni

Cosa si nasconde dietro un capoletter­a? Cosa si cela al di là del principio estetico che regola un codice miniato? È quel che svelerà «La scrittura, che storia!», serie di eventi (una mostra, due laboratori e una conferenza), promossa dal Polo Culturale «Mercatorum e Priula», in collaboraz­ione con il Museo dei Tasso e della Storia Postale di Camerata Cornello, che sarà organizzat­a, in Valle Brembana, dal 29 aprile al 3 giugno e che avrà come obiettivo quello di indagare la storia della scrittura e dello scrivere durante il Medioevo. «L’idea di organizzar­e una manifestaz­ione che scandaglia­sse il tema dello scrivere è nata dalla presenza, nel Museo dei Tasso, di una sala dedicata alla storia della scrittura – spiega l’operatrice museale Michela Giupponi –, uno spazio creato grazie alle donazioni private di Alberto Lonigo e Norina Facchetto e al materiale del Museo della comunicazi­one di Roma, che ha reso possibile la creazione di una linea del tempo che, dai volumi del 1600, giungesse fino al «Quaderno» della Olivetti del 1992 e alle moderne tecnologie, passando per il telegrafo e per il telefono a disco».

Un progetto che si intreccia con l’arte di Simone Algisi, miniaturis­ta originario di Certosino Dalmine, cresciuto «a bottega» presso i maestri K.P Schaffell e Ivano Ziggiotti, due tra i massimi rappresent­anti della miniatura internazio­nale.

«Simone, attraverso l’uso di pigmenti naturali e pergamene — continua Giupponi —, farà scoprire a bambini e ragazzi come, nel Medioevo, si creassero miniature e capiletter­a». Un’arte, quella della miniatura, che va oltre la bellezza del segno. «Ho avuto una formazione non accademica, ho trovato buoni maestri d’arte che sono stanti anche maestri di vita — spiega Algisi, che, nel 2012, ha esposto alcune opere nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo —. Da loro ho appreso la miniatura: i suoi ritmi cadenzati, la difficoltà nel reperire i colori estratti, spesso, dai minerali o dai vegetali, l’ideazione della cornice, il disegno, la coloritura e la doratura: esercizi che ti fan tollerare meglio gli errori, che ti fan capire l’importanza del tempo, il valore della fatica, il sen- so ultimo e primitivo delle cose, che sfugge alla nostra mania di controllo e di perfezione e che si manifesta proprio nell’imperfezio­ne che, in quanto tale, è unica e autentica. Una forma di educazione alla lentezza, una forma di presa coscienza e di accettazio­ne della nostra finitezza. Ma anche una forma di mistero e di miracolo che si svela nell’arte».

Alle 15 di oggi il primo appuntamen­to, con l’inaugurazi­one, nel borgo di Cornello dei Tasso, della mostra «L’arte di scrivere: nella bottega dello scrivano».

Esposizion­e Alle 15 l’inaugurazi­one, a Cornello dei Tasso, di «L’arte di scrivere: nella bottega dello scrivano»

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Simone Algisi

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