Il mondo fiorito di Ken Scott
Il «giardiniere della moda» protagonista di una mostra a Casalmaggiore Oltre 300 bijoux accanto ad abiti, disegni e foulard di un artista estroso
È il 17 luglio 1963 e Dino Buzzati scrive un articolo sul «Corriere della Sera». «È il maestro dei fiori stampatissimi — dice —. Aristocraticizza anche I fiori di campo, adopera, pensa, si muove in un ideale di universo fiorito». Il celebre giornalista sta parlando di un artista e stilista che inizia a spopolare a Milano in quegli anni: nelle stesse righe lo chiama anche «il giardiniere della moda», definizione azzeccatissima che diventerà poi virale. Il personaggio in questione è George Kenneth Scott, americano dell’Indiana naturalizzato milanese, classe 1919, meglio noto con il nome di Ken Scott. Ha esordito come pittore in patria, scoperto e protetto da Peggy Guggenheim che nel 1944 gli organizza la prima personale. Poi però si orienta verso il disegno dei tessuti e con questa attività approda nel 1955 all’ombra della Madonnina facendosi conoscere con il marchio Falconetto e i suoi splendidi carrés.
Da qui al mondo della moda il passo è inevitabile: nel ’62 Scott inizia ad usare il suo nome per disegnare una linea di prêt-à-porter caratterizzata da un’autentica esplosione di fiori colorati, o da motivi geometrici e animalier. È un successo immediato nel jet set internazionale: nei decenni Sessanta e Settanta i suoi abiti si vedono ovunque e appaiono spesso sulle pagine delle riviste femminili, indossati tra le altre da Mina, Monica Vitti, Brigitte Bardot, Jackie alla schiava di metallo, collier e orecchini come cascate di perle colorate in acrilici e resine, luccicanti girocolli con decori di strass, luminose e variegate spille, tutti oggetti progettati personalmente e fatti realizzare da nomi noti come Coppola e Toppo o Angela Caputi. Un trionfo cromatico, tra armonie di sfumature fredde e calde oppure giochi di tinte a contrasto.
Intorno ai monili sono esposti anche disegni autografi, i celebri foulard, gli abiti dagli stampati inconfondibili: i materiali provengono dall’archivio storico della Fonda- Icona di stile Audrey Hepburn negli anni Sessanta con un abito di Ken Scott e il collier «Pesci» (1961) dello stilista
Kennedy Onassis, Audrey Hepburn Ora la sua fantasia allegra e inesauribile viene celebrata e raccontata per la prima volta attraverso un percorso espositivo al Museo del Bijou di Casalmaggiore (in provincia di Cremona). La rassegna, intitolata «A tutto colore! L’universo fiorito di Ken Scott», è curata da Bianca Cappello e Samuele Magri in collaborazione con la Fondazione
Ken Scott di Milano.
Estroverso e poliedrico, lo stilista è stato anche un pioniere della sfilata spettacolo: le sue passerelle, spesso ambientate in luoghi non canonici, erano performance in cui lui stesso disegnava tutto, accessori compresi. Al centro della mostra di Casalmaggiore si trovano infatti oltre 300 pezzi di bigiotteria che completavano I suoi outfit: bracciali
zione, nata per volere di Scott stesso nel 1989, due anni prima della sua scomparsa. Una collezione che custodisce e valorizza migliaia di cimeli, l’intera produzione dello stilista: accanto alla moda conserva anche campionari di tessuti e decori, pelletteria, biancheria per la tavola, ceramiche e fotografie.