Corriere della Sera (Bergamo)

Dal secondo al quinto posto Sarchi, Palandri, Mari e Orecchio

- di Gisella Laterza

Idisegni e le illusioni di un giovane architetto futurista, Antonio Sant’Elia, che influenza il ‘900 con la sua arte, ma combatte e muore sul Carso nel 1916 a soli 28 anni. «Come sugli alberi le foglie», di Gianni Biondillo, è il romanzo vincitore della trentaquat­tresima edizione del Premio Narrativa Bergamo, con 78 voti, seguito da Alessandra Sarchi (42), Enrico Palandri (37), Michele Mari (30) e Davide Orecchio (16).

«Essere in questa cinquina a me bastava — dice Biondillo —. Ci sono autori che amo». Prima della proclamazi­one, intervista­to dal conduttore Max Pavan, parla del suo libro come di qualcosa «che ho iniziato a scrivere, e che mi è esploso tra le mani». Con Sant’Elia ha scoperto «una generazion­e di giovani che partirono volontari, in bicicletta, senza capire che stavano andando a fare le prove generali di tutto il peggio del ‘900. Siamo tutti figli di quella storia. Quello che sta succedendo in Siria è il risultato dei confini disegnati dai vincitori della Prima Guerra Mondiale».

Alessandra Sarchi arriva seconda con «La notte ha la mia voce» (Einaudi). Non è presente per problemi personali, ma il doppiatore e attore Riccardo Niseem Onorato legge l’incipit del suo libro, come farà per gli altri, accompagna­to dal musicista e compositor­e Claudio Angeleri. «Presto ho scoperto di essere morta — è l’attacco —. Siccome però mi toccava continuare a vivere, ho tirato avanti». La voce narrante è di una donna che ha perso l’uso delle gambe. Ne incontra un’altra, che chiama la Donnagatto, e che sembra riuscire ad andare oltre i limiti

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