I CONTROLLI DELL’ALER
Irisultati di un’inchiesta della Guardia di Finanza di Lecco, che devono ancora passare al vaglio del tribunale, stridono clamorosamente con l’assegnazione di un alloggio dell’Aler di Bergamo: beneficiario dell’appartamento risulta Marco Sarti, assicuratore e consulente di imprese, che per anni, secondo le accuse della Procura lecchese, avrebbe intascato risorse evadendo le tasse e svuotando cooperative, portandole anche al fallimento. E accumulando un ampio patrimonio riconducibile a lui, ma schermato da diverse società: 36 immobili tra appartamenti, ville, terreni, e auto di lusso, anche un’Aston Martin. Come sia stato possibile, per Sarti, ottenere l’assegnazione di un alloggio Aler in cui, tra l’altro, avrebbe anche vissuto poco secondo i vicini (restando però intestatario), non è noto. L’azienda pubblica non chiarisce sul punto. Ma allora è lecito chiedersi se certi controlli ci siano e, in caso affermativo, come avvengano. Perché ancora una volta — se le accuse della Finanza si rivelassero azzeccate — la pubblica amministrazione, in questo caso l’Aler, avrebbe dimostrato di essere deficitaria in un’attività di verifica che dovrebbe servire a garantire l’interesse di tutti e anche i suoi bilanci. La strada dovrebbe essere il confronto tra istituzioni: il Comune di Bergamo ha già tracciato la strada negli ultimi dieci anni con le segnalazioni alla Finanza e alle Entrate sulle richieste sospette di benefici o esenzioni. Ma ancora troppo raramente le buone pratiche vengono prese ad esempio.