Corriere della Sera (Bergamo)

Signori e l’appunto sulle scommesse

Le contestazi­oni della Procura di Bologna sui gruppi alleati per le combine

- Di Armando Di Landro

Per sostenere l’accusa di associazio­ne a delinquere a carico di 32 imputati diventa fondamenta­le, per la Procura di Bologna, dimostrare che ci fossero collegamen­ti tra più soggetti e gruppi di persone che si organizzav­ano sistematic­amente per le combine. E così, tra le prove su cui c’è già stato il vaglio del giudice dell’udienza preliminar­e (che ha mandato tutti a processo) viene citato anche un appunto di Beppe Signori, che prevedeva un «investimen­to di 125 mila euro, con assegni», su Atalanta-Piacenza. «Vince l’Atalanta». L’associazio­ne a delinquere viene contestata anche all’ex capitano nerazzurro Cristiano Doni. Potrebbe pesare, per lui, al di là delle singole partite sospette, la rete di contatti in cui era inserito.

Anni dopo i fatti le difese tendono a sminuire le contestazi­oni sulle singole partite a carico di personaggi che hanno scritto anche pezzi di storia del calcio italiano: ad esempio l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni o il centravant­i ex Lazio e Bologna Beppe Signori, entrambi con un passato in Nazionale. Ma le accuse per il calcioscom­messe, riassunte nelle 97 pagine del rinvio a giudizio per 32 imputati firmato il 24 aprile dal gup di Bologna, sono tutt’altro che lievi. E anzi, sono articolate su un’imputazion­e principale che è anche la più grave tra quelle già ipotizzate a suo tempo dalla Procura di Cremona: l’associazio­ne a delinquere finalizzat­a alla frode sportiva.

A processo, dal 19 giugno, la pubblica accusa tenterà quindi di utilizzare le contestazi­oni sulle singole partite ormai arcinote, come Atalanta-Piacenza 3-0 del 19 marzo 2011, per dimostrare che l’ex capitano nerazzurro, l’amico Nicola Santoni (già portiere al Palermo e poi al Ravenna), oppure Signori e altri conoscenti bolognesi, facevano parte di un gruppo «allo scopo di commettere in via stabile e organizzat­a, con cadenza almeno settimanal­e, una pluralità di delitti di frode in competizio­ni sportive». Gruppo che, secondo la Procura, era anche in contatto con i veri promotori di un’associazio­ne a delinquere transnazio­nale promossa da personaggi di Singapore, come Tan Seet Eng, o dai cosiddetti «zingari», Almir Gegic (serbo) e Hristyan Ilievski (macedone).

Diventano perciò significat­ive, per il pm Roberto Ceroni, che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, le presunte prove sui contatti tra i due

gruppi oppure su scommesse non gestite solamente dai calciatori in campo. E così, nel rinvio a giudizio, viene citato un appunto sequestrat­o a Beppe Signori, «e da lui riconosciu­to, contenente le seguenti indicazion­i sulle partite Atalanta-Piacenza e Benevento-Pisa», scrive il giudice. «Condizioni nostre — l’appunto di Signori —: partita paghiamo 125 mila da dare entro giovedì. Condizioni loro. La quota non deve subire variazioni. Assegno dato venerdì di 125 mila a garanzia. Assegni dati da puntare. Over (e cioè il 3-0) entro il 75/80esimo minuto. Vittoria Atalanta». La partita come è noto finì 3-0, in over. E altrettant­o significat­ivo, per gli inquirenti, è che la sera prima della sfida, nell’albergo di Stezzano che ospitava il Piacenza, avesse alloggiato anche Gegic.

L’ex giocatore del Cesena e del Matera Gianfranco Parlato, da tempo non più in attività al momento dei fatti contestati, sarebbe stato, inoltre, l’anello di congiunzio­ne tra il gruppo del lido «I figli del Sole» di Cervia — di cui facevano parte anche Doni e l’ex portiere Santoni — e il resto della presunta organizzaz­ione. Figura ambigua, a tratti, quella di Parlato. Secondo l’accusa nel giorno di Atalanta-Piacenza aveva ritirato da Santoni, al casello dell’A1 a Parma, 40 mila

euro che venivano da Doni. Ma non è poi dimostrato il passaggio di quel denaro a Carlo Gervasoni, contropart­e nel Piacenza per la combine. Eppure, sostengono gli inquirenti e il gup nel suo decreto, è lo stesso capitano dell’Atalanta a confermare l’accordo a Gervasoni prima dell’inizio della gara. E comunque, ai fini dell’associazio­ne a delinquere, l’esito delle singole presunte scommesse può pesare ma fino a un certo punto: è la rete di contatti in cui Doni e Signori sono inseriti a poter incidere agli occhi del collegio di giudici che valuterà l’imputazion­e. Ci sono ad esempio le parole di Massimo Erodiani, interrogat­o (e accusato dell’altro ramo dell’associazio­ne, quella transnazio­nale): «Doni e altra persona di un bagno sito in Cervia investivan­o denaro su partite combinate. Parlato rappresent­ava il contatto».

Oppure, com’è noto, c’è la preoccupaz­ione dell’ex capitano, intercetta­to ad agosto del 2011, mentre parlava con un altro amico di Cervia, Alessandro Ettori: «Di’ a tutti di stare tranquilli, perché...è peggio capito? Deve stare tranquillo (un riferiment­o a Santoni, piuttosto agitato, secondo l’accusa, ndr) perché andiamo nei casini tutti». La linea delle difese, sia per Doni (avvocato Salvatore Pino), sia per Signori (avvocato Patrizia Brandi), è chiara: l’associazio­ne a delinquere, secondo i legali, non è mai esistita. Ci sono state al massimo leggerezze e omissioni, da parte degli imputati principali, ma mai la partecipaz­ione a gruppi organizzat­i stabilment­e per scommetter­e. La vera battaglia, però, è rinviata alle udienze, a partire dal 19 giugno.

❞ Il giudice Avevano lo scopo di commettere, in via stabile e organizzat­a, delitti di frode sportiva

❞ Il testo dell’ex laziale Paghiamo 125 mila da dare entro giovedì. Assegno a garanzia e altri dati per puntare

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L'ex bomber della Nazionale Beppe Signori, 50 anni
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Capitano Cristiano Doni giocava nell’Atalanta quando è esplosa l’inchiesta
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Ex bomber Al momento dell’arresto, nel 2011, Beppe Signori non era più in attività

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