Corriere della Sera (Bergamo)

Promosso il rettore Sarà economo a Cremona

Caravaggio, Mascaretti economo della diocesi

- Di Pietro Tosca

Dopo tre anni alla guida del Santuario di Caravaggio, Antonio Mascaretti è stato promosso: sarà l’economo della Diocesi di Cremona e parroco di Cicognolo. Il lavoro di Mascaretti è stato di «normalizza­re» il santuario dopo le vicende legate agli elemosinie­ri con carta di credito e ai ragazzi cacciati.

Dopo 3 anni cambio della guardia alla guida del Santuario della Madonna del Fonte di Caravaggio. Domenica il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, ha annunciato un nuovo incarico per 19 sacerdoti della diocesi: tra loro c’è don Antonio Mascaretti, 52 anni, rettore del Santuario, che diventa economo della Diocesi e parroco di Cicognolo, piccolo paese vicino a Cremona.

Don Antonio era arrivato alla guida del Santuario nella primavera del 2015 dopo la rinuncia burrascosa di don Gino Assensi, che aveva retto il tempio mariano per 7 anni, imponendo una stretta moralizzat­rice sui costumi, che aveva colpito persino i ragazzi degli oratori, espulsi perché facevano troppo baccano. La sua ultima battaglia era stata la difesa dei candelabri elettronic­i, che aveva installato in chiesa, e degli elemosinie­ri che funzionava­no con carta di credito finiti al centro del clamore mediatico.

L’arrivo di don Antonio, originario di Caravaggio, era stato visto come un tentativo di voltare pagina. Il sacerdote aveva dedicato all’accoglienz­a il suo messaggio d’arrivo; ed è a quel principio che va il suo pensiero ora che è tempo di stilare i bilanci. «È un bilancio positivo — dice don Antonio — 3 anni sono pochi ma sono stati molto belli. Il Santuario di Caravaggio è il santuario della Lombardia. È caro ai vescovi ma anche a tanta gente comune che viene qui in cerca di riconcilia­zione. Con la confession­e ritrovano la luce della fede e si può dire che sia proprio questo il miracolo del Santuario. L’accoglienz­a è fondamenta­le, prima di me alcuni comportame­nti erano stati regolament­ati. Il Santuario non è luogo come un altro, occorre un comportame­nto minimo, ma occorre equilibrio, il giusto sta nel mezzo. Essere di Caravaggio in parte mi ha aiutato perché ho vissuto questo luogo da utente, sono cresciuto all’ombra della cupola e conosco la sensibilit­à della comunità locale ma dall’altra parte la gente che arriva al tempio è

legata all’esperienza religiosa, un bisogno indipenden­te da Caravaggio e della sua storia».

Un santuario molto amato ma che non raggiunge i milioni di visitatori di cui è accreditat­o. «È un mito un po’ da sfatare — dice il rettore —. Intanto non ci starebbero, basta fare il conto sulle domeniche. L’unico riferiment­o concreto

Don Mascaretti Ha impresso una svolta dopo gli elemosinie­ri con carta di credito e i ragazzini cacciati

che abbiamo è il numero delle particole per la comunione, che sono 300 mila l’anno, un numero costante. Penso che una stima realistica sia quindi di 500-600 mila visitatori l’anno. A fronte di un calo generalizz­ato nell’adesione ai pellegrina­ggi nei luoghi della fede, Caravaggio invece resiste bene». La guida del santuario toccherà ora a monsignor Amedeo Ferrari, 68 anni, finora parroco a Castelleon­e e Corte Madama e rettore del Santuario Beata Vergine della Misericord­ia, sempre a Castelleon­e. Il suo arrivo è previsto dopo l’estate.

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Mariano L’inizio dei lavori per la costruzion­e del santuario avvenne nel 1575

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