Litiga con i vicini e bastona operaio Casalinga nei guai
Mandato dal Comune, è stato picchiato da madre e figlia su un ponteggio
Picchiato per impedirgli di terminare il suo lavoro, la sistemazione di una canna fumaria. Disavventura per un operaio del Comune di Filago, aggredito da madre e figlia (quest’ultima è stata arrestata) mentre era su un ponteggio.
Tragedia sfiorata, sabato mattina a Filago, per dissapori tra parenti vicini di casa. Giovanni Campese, operaio dell’omonima impresa individuale, stava facendo dei lavori autorizzati dal comune su un ponteggio, posizionato a 12 metri di altezza, a una canna fumaria del palazzo di via Vittorio Veneto 3. Due condomine, madre e figlia, Assunta Taranto di 69 anni e Giuliana Priulla, di 49, l’hanno colpito più volte con un asse di legno, la prima, e con un bastone, la seconda, rischiando di farlo cadere.
L’episodio violento, che ha poi portato all’arresto di Giuliana Priulla, è di fatto l’ultimo di una lunga serie di liti e incomprensioni delle due donne con Rita Priulla, sorella di Giuliana, e con la sua famiglia, per un problema proprio alla canna fumaria del suo appartamento, che attraversa anche il garage della madre Assunta Taranto, con perdite di fumo. Giuliana Priulla e la madre si erano rivolte all’Ats a febbraio: l’Agenzia di tutela della salute aveva sancito l’impossibilità di utilizzare la canna fumaria e imposto alla proprietaria, parente e «rivale» delle altre due donne, di sistemarla.
La signora Rita allora si era attrezzata e, con il consenso tecnico dell’Ats e del Comune,
aveva trovato una soluzione alla quale però sua sorella e la madre si erano opposte: la prima puntava a tamponare il problema in un modo economicamente più vantaggioso, mentre le altre due volevano rimuovere il tubo della canna fumaria dal garage. Lo scontro tra vicineparenti però è proseguito: nel palazzo sono state anche installate telecamere, da entrambe le parti, per controllarsi a vicenda.
Sabato, attorno alle 8, Michela, figlia di Rita, ha chiamato i carabinieri perché la nonna Assunta stava impedendo a chiunque, operai compresi, di entrare nel garage. Un lavoratore, però, nel frattempo è salito fino al terzo piano della palazzina, per iniziare a intervenire sulla canna fumaria. Rientrata a casa dopo una commissione, dopo aver notato l’ennesima diatriba tra la madre e la nipote, Giuliana Priulla è salita fino al ponteggio al terzo piano con la mamma, e ha iniziato a minacciare l’operaio Giovanni Campese. I carabinieri, intervenuti e ostacolati da uno dei tre figli di Giuliana (poi denunciato a piede libero per resistenza), sono comunque riusciti a interve- nire e a salvare il lavoratore, che stava rischiando di cadere nel vuoto da 12 metri a causa dell’aggressione.
Giuliana Priulla è stata arrestata alle 10.20 per violenza privata aggravata e, per lo stesso reato, è scattata la denuncia per la madre che poi, nel pomeriggio di sabato, è stata colta da malore: un principio d’infarto. È ricoverata nel reparto di Terapia intensiva al policlinico di Zingonia.
Ieri mattina Giuliana Priulla è stata processata per direttissima. In aula ha spiegato che «in quel punto è morto anche mio padre cadendo e quando ho visto l’operaio mi sono spaventata, non l’ho picchiato. Ci sono anche le telecamere del palazzo che possono confermarlo». I video, che mostrano un’altra versione dei fatti, li hanno anche i carabinieri intervenuti. L’avvocato difensore, Francesca Longhi, ha chiesto che l’arresto non venisse convalidato perché erano trascorse più di 48 ore, tempo massimo previsto per la direttissima. Il giudice Antonella Bertoja però ha convalidato l’arresto, senza disporre misure cautelari: l’imputata resta a piede libero. Processo rinviato al 30 maggio alle 11.
Lo scontro Le due donne volevano impedire i lavori sulla canna fumaria della parente