Corriere della Sera (Bergamo)

TERZA ETÀ CHE LUSSO

- di Tancredi Bianchi

Èsempre più difficile gestire il proprio patrimonio quando il peso dell’età riduce l’orizzonte economico. Ormai la percentual­e degli ultra ottantenni, rispetto alla popolazion­e, è alquanto alta: significat­ivamente nella nostra città e provincia. Altrettant­o la proporzion­e di quanti sono in discrete situazioni mentali e possono sperare, per dirla con il monaco Enzo Bianchi, di aggiungere vita ai giorni finali: leggendo, scrivendo, ascoltando e vedendo. Tali soggetti sono però limitati, in genere, nella motilità, e via via hanno bisogno della presenza di una persona che assicuri loro l’aiuto per un discreto grado di autonomia, di igiene e di dignità. Egoisticam­ente, vorrebbero usare quanto hanno risparmiat­o nella vita per potere «finire i propri giorni» fra le mura domestiche; anche se ciò comporta, sovente, una situazione di solitudine, giacché il coniuge, se vivente, ha, a sua volta, propri problemi di vecchiaia; i figli hanno un proprio lavoro e una propria abitazione non sempre vicini; i nipoti vivono un’altra stagione e i coetanei, o quasi, sono sempre meno presenti. Insomma, l’assistenza di cui si necessita va cercata al di fuori del nucleo familiare (la dama di compagnia delle élites di un tempo) e, per natura, non apre a scambi di idee. Il problema è, allora, di gestire risparmi in modo da non impegnarsi ogni giorno, garantirsi cioè una gestione non assidua, e fruire di una indipenden­za economica per una vita, tra le mura domestiche, da aggiungere ai giorni e coniugarsi con essi.

Ovvio, consumando risorse economiche che, nelle speranze precedenti, dovevano passare ai figli per succession­e. La delega di gestione a una banca non è possibile e convenient­e, poiché occorre che un flusso di risorse possa essere consumato quasi ogni giorno, certo ogni mese. Sì che gli ultraottan­tenni, pur sapendo di sbagliare e, in Italia, sapendo che è di fatto a rischio, preferisco­no orientarsi verso un portafogli­o di titoli del debito pubblico nazionale. La scelta non dà tranquilli­tà, poiché le spese di una vita assistita saranno crescenti nel tempo. Aggiungere vita ai giorni, tra le mura domestiche, è un «plus» molte volte di lusso. Una sostenibil­e indipenden­za economica dei vecchi — tra le mura domestiche — è, in molti casi, un’ipotesi scolastica.

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