Ester Arzuffi e il rifiuto di un destino assurdo
Ma Ester Arzuffi ( foto), un personaggio da storie di ordinaria quotidianità, è diventata la protagonista di una tragedia. Il fato (e la scienza investigativa) hanno fatto sì che un banalissimo tradimento sepolto nel tempo diventasse invece la prova essenziale nel caso di un efferato omicidio. E allora si capisce che quel negare continuo e insistito non è stato che un alibi per rifiutare un destino così assurdo, quello di una donna comune che si è vista travolgere da qualcosa di incommensurabilmente più grande di quanto potesse sopportare. Non solo. La storia di Ester Arzuffi ci insegna una cosa sull’animo umano: di quanto sia capace di autoconvincersi del falso. Io immagino che lei non abbia mai «mentito» in senso stretto. Io credo che in tutti gli anni prima di Yara, Ester Arzuffi abbia semplicemente «dimenticato» l’adulterio perché quell’atto non aveva avuto nessuna conseguenza reale nella pratica. Anzi, rispetto alla normalità della parabola della sua vita, quel peccato di gioventù le deve essere apparso così irrilevante da seppellirlo in un angolo inaccessibile della coscienza. D’altra parte, anche la moglie di Giuseppe Guerinoni, l’autista che il Dna indica come il vero padre di Bossetti, non si è mai espressa sull’esito delle indagini. Gli esseri umani dicono di cercare sempre la verità, ma alla fine, se fa male, difficilmente sono disposti ad accettarla.