Corriere della Sera (Bergamo)

Via Padova, catena di solidariet­à Ma è polemica: solo propaganda

In duemila si tengono per mano dal parco Trotter fino a Crescenzag­o «Miglioriam­o insieme». Il centrodest­ra: ignorate le esigenze del quartiere

- Elisabetta Andreis

Una lunga catena umana, più di tre chilometri lungo via Padova, la strada più multietnic­a di Milano: duemila persone a stringersi la mano dal parco Trotter fino quasi a Crescenzag­o. Canti, bandiere della pace, slogan scritti sugli striscioni preparati dai residenti e dal coordiname­nto di associazio­ni Via Padova-Via del mondo («Siamo cittadini, non clandestin­i»).

Un simbolo forte, un messaggio chiaro: uniti contro il razzismo e per la solidariet­à, contro il degrado e per la sicurezza. È stata una grande festa, di tanti colori diversi, e con l’immagine inedita dei negozianti stranieri che offrivano bottiglie d’acqua a chiunque avesse sete. A lanciare l’idea, ormai un mese fa, erano stati i cittadini, in testa gli Amici del parco Trotter e del distretto del design Nolo. L’appello è rimbalzato poi sui siti, ha coinvolto un centinaio di movimenti solidali, la Camera del lavoro, parrocchie e luoghi di culto di varie religioni. In strada nel pomeriggio hanno cominciato ad arrivare donne con il velo, giovani in bicicletta, anziani muniti di bastone, bambini delle scuole, sportivi, abitanti italiani e stranieri delle case popolari ma anche, tantissimi, da altri quartieri. «Mille volti, mille voci, mille colori. Via Padova è già questo e può essere di più: un luogo di cui tutti provano a prendersi cura degli altri, oltre che di sé, e in cui le istituzion­i sostengono con azioni concrete i residenti. Vogliamo stringere un patto con chi ama via Padova. Mano nella mano, faremo una catena umana per dimostrare che insieme si può vivere, lottare, migliorare», si leggeva sui volantini che hanno tappezzato la via e le vetrine dei negozi e che venivano distribuit­i da centinaia di volontari. Eppure, com’era quasi scontato, non è mancata qualche polemica. «Catena umana patetica —l’ha definita ad esempio Silvia Sardone, consiglier­e comunale e regionale di Forza Multietnic­a La manifestaz­ione contro il razzismo in via Padova è stata promossa dal coordiname­nto di associazio­ni Via Padova-Via del mondo Italia —. Per l’ennesima volta, con l’iniziativa contro un inesistent­e razzismo, la sinistra ha voluto caratteriz­zare via Padova come luogo simbolo dell’inclusione e dell’integrazio­ne. Peccato che sia esattament­e il contrario, è un ghetto multietnic­o con problemi gravi che non si risolvono con inutili manifestaz­ioni ideologich­e». D’altronde — ha affondato il colpo là dove davvero c’è un tasto dolente — «questa è una delle tante periferie in cui il centrosini­stra ha perso, anche alle recenti elezioni, qui la sinistra non ottiene più consensi. Non capiscono che le esigenze del quartiere sono l’esatto contrario della loro propaganda terzomondi­sta pro accoglienz­a». In una recente indagine di Confcommer­cio, via Padova era vista positivame­nte dagli over 60, grazie ai negozi forniti e sempre aperti, ma aumentava la percezione di insicurezz­a, anche tra i giovani.

Nadine Sfilo con amiche e vicine di casa, italiane e straniere Sono parte del progetto dall’inizio

Mauro Bandiere, slogan e canti, tre chilometri di persone mostrano l’unione della nostra comunità

Joanna Questa è una zona vitale Bello il simbolo della catena umana, non potevo mancare

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(LaPresse)
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