Corriere della Sera (Bergamo)

IL COMUNE GLI DEDICHI CASA SUARDI

- di Riccardo Nisoli

Quando Bergamo vide svanire il sogno di diventare Capitale della cultura del 2019, riuscì però a salvare, per rovescio della medaglia, Casa Suardi, uno dei luoghi simbolo della città. Se oggi questo palazzo comunale del Trecento ospita gli uffici della lirica del Donizetti anziché un negozio o un albergo di lusso con affaccio su Piazza Vecchia (le ipotesi erano le più svariate), lo si deve anche e soprattutt­o al Maestro. La sera del 19 febbraio 2013, quando al Teatro Sociale il Corriere Bergamo spegneva la prima candelina, Ermanno Olmi, ospite d’onore, ci mise la faccia: «Mi rivolgo al sindaco: se si parla di cultura, che futuro avrà Casa Suardi?». E Franco Tentorio, che guidava la giunta di centrodest­ra, gli rispose: «Se lei accetta la proposta di presiedere il comitato per Bergamo capitale della cultura, il Comune non venderà Casa Suardi». E fu così che il gioiello affrescato dal Bramante uscì dalla lista degli immobili da vendere per rimpinguar­e le casse smunte di Palafrizzo­ni. Casa Suardi, che nei secoli ospitò pure il Tribunale, ebbe finalmente giustizia. E ora che Olmi se n’è andato, il Comune potrebbe saldare i conti con la storia: visto il valore di questo edificio nel cuore di Piazza Vecchia, visto che il regista più volte accennò alla nostalgia per le sue origini (i natali alla Malpensata, l’infanzia a Treviglio), perché non dedicargli Casa Suardi? Potrebbe essere la sintesi perfetta tra la storia, il personaggi­o, l’impegno civico e il coraggio di una battaglia culturale.

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