Corriere della Sera (Bergamo)

Il vescovo: seppe illuminare lo sguardo sulla vita

Tentorio ricorda il patto sulla Capitale della Cultura Gori: ha raccontato valori e dignità di questa terra

- Di Donatella Tiraboschi

Se, questa mattina, come su tutti gli edifici comunali, anche su Casa Suardi le bandiere saranno a mezz’asta, il merito è di Ermanno Olmi. Fu il regista a costringer­e l’allora sindaco Franco Tentorio a firmare una resa clamorosa.

«Eravamo stretti nella morsa del Patto di Stabilità, anni durissimi — ricorda Tentorio — e quei 9 milioni dell’alienazion­e, nel 2013, ci avrebbero fatto un gran comodo, ma Ermanno mi mise con le spalle al muro: tu Casa Suardi non la vendi e io faccio il presidente del Comitato Bergamo Capitale europea della Cultura. Glielo promisi, avevo già sulla scrivania 2 mila firme di bergamasch­i che non volevano l’operazione, ma quel suo affondo non mi diede scampo». Un gentleman agreement civico in nome di un’amicizia di cui Tentorio si fregia quasi sottovoce: «Non oso dirlo per la grandezza del personaggi­o, ma penso di essere stato un suo amico. Bergamo perde il suo più grande uomo di cultura dell’ultimo secolo. Ermanno è stato un Bergamasco, nessun aggettivo lo potrebbe definire meglio».

Il cordoglio è anche della chiesa. «La notizia della morte di Ermanno Olmi mi colpisce profondame­nte — dice il vescovo Francesco Beschi —. Il dolore della sua scomparsa si accompagna alla riconoscen­za per quello che ha rappresent­ato per me, illuminand­o lo sguardo sulla vita, la storia e le persone con la sua finezza culturale e la profondità della sua fede evangelica mai riconducib­ile ad una formula. Insieme alle grandi opere, riconosciu­te universalm­ente, (a me è particolar­mente cara La leggenda del santo bevitore dal racconto di Roth), i suoi approcci a figure come quelle di Papa Giovanni e ultimament­e del Cardinal Martini, ci consegnano visuali e visioni di intensa luminosità. L’arte di cui è stato genialment­e interprete per me è stata essenzialm­ente poesia». L’omaggio del sindaco di Bergamo Giorgio Gori è racchiuso in un post: «Un ultimo affettuoso saluto a Ermanno Olmi, figlio illustre di Bergamo, che di questa terra ha splendidam­ente raccontato le radici contadine, i valori, la fatica e la dignità». Mentre allarga l’orizzonte alla terre di Lombardia, il governator­e Attilio Fontana: «Ci ha lasciati un grande lombardo, un regista che ha saputo raccontare con inarrivabi­le cifra stilistica i territori della nostra regione, le comunità che l’hanno resa unica in Italia e nel mondo per la devozione al lavoro». Affonda nei sentimenti il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli. «Oggi per Bergamo e i bergamasch­i è un giorno triste. Con la scomparsa di Ermanno Olmi siamo tutti un po’ orfani, con lui se ne va un pezzo della nostra storia e della nostra terra. Di lui ci resterà il ricordo e il suo capolavoro, L’Albero degli zoccoli, con cui ha magistralm­ente raccontato la nostra terra e la vita dei nostri padri e dei nostri nonni. Arrivederc­i Maestro». Il saluto grato è anche quello di Maurizio Martina, contrasseg­nato da una frase del regista: «Viene prima la dignità delle persone e poi c’è il mercato» scrive il segretario del Pd, mentre il consiglier­e regionale del M5S, Dario Violi, riconosce nelle opere di Olmi «Il lascito di un patrimonio culturale inestimabi­le».

A ricordarlo è anche Silvio Garattini: «Venne da me qui, nei laboratori del Negri, per girare un docufilm, e accompagna­ndolo mi resi conto da vicino della sensibilit­à del suo sguardo sulle cose. La stessa che ha trasfuso in tutte le sue opere. Insieme avevamo presieduto il Comitato di Bergamo Capitale della Cultura, ma da allora non ci siamo più sentiti. Adesso è un ricordo e un grande dispiacere».

❞ Il vescovo Beschi Gli sono riconoscen­te, ha illuminato lo sguardo sulla vita

❞ Silvio Garattini Venne all’istituto Negri e mi resi conto da vicino della sua sensibilit­à

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Sotto, Ermanno Olmi durante le riprese del «Villaggio di Cartone», la pellicola raccontava di una chiesa ormai inagibile diventata però il luogo in cui il vecchio prete era riuscito a concretizz­are la sua fede
Sul set Sotto, Ermanno Olmi durante le riprese del «Villaggio di Cartone», la pellicola raccontava di una chiesa ormai inagibile diventata però il luogo in cui il vecchio prete era riuscito a concretizz­are la sua fede

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