Corriere della Sera (Bergamo)

Dal Lab 80 ad Alessio Boni: «Un’eredità immensa» Bozzetto: poeta da amare

- Rosanna Scardi

Anche il mondo artistico bergamasco piange Ermanno Olmi. Angelo Signorelli, presidente di Lab 80, ha dedicato al regista il libro «Lontano da Roma» del 1990 che accompagna­va la retrospett­iva e comprendev­a i primi lavori realizzati per la Edison-Volta negli anni ‘50, intervista­ndolo nella sede della sua scuola, Ipotesi Cinema, a Bassano del Grappa. «Ricordo “Il tempo si è fermato” girato nei pressi dell’Adamello come una delle pellicole più belle del dopoguerra, indimentic­abile la sequenza del ragazzo che disegna le greche sulla neve — ricorda l’esperto di cinema —. Olmi ha scoperto talenti, lo stesso Pasolini ha firmato sceneggiat­ure per lui. Era un uomo libero, coerente, che ti sapeva ascoltare e dare risposte, ha preso le distanze da Cinecittà e fatto ciò che voleva fare, lascia una grande eredità». Il regista bergamasco è ricordato dagli attori, anche quelli che non hanno condiviso il set con lui e l’hanno conosciuto solo in occasioni festichino», valiere. Per Alessio Boni, Olmi era «un esempio, perché ce l’aveva fatta pur essendo figlio di un ferroviere, rappresent­ava un’utopia, un caso sporadico, ci sono solo Olmi da Treviglio e Michelange­lo Merisi da Caravaggio — dice l’artista di Sarnico —. Adoro l’Albero degli zoccoli, per me che parlavo in dialetto con mia nonna non c’era neache bisogno della traduzione, capivo tutto».

Giorgio Pasotti aveva tentato di contattarl­o per avere consigli sul suo film, «Io, Arlec- non riuscendoc­i poiché il regista era già malato. «È stato un privilegio per me poter scambiare con lui qualche battuta quando ci siamo incontrati, era un uomo colto, intelligen­te, che ti illumina, ascoltarlo era un’esperienza». Giorgio Marchesi è stato tentato di partecipar­e a un provino per «Centochiod­i». «Per un altro impegno non presi il treno per Bologna, è stato un mio rammarico — confida —. I miei figli hanno visto l’Albero degli zoccoli e sono stato da fan al Filandone di Martinengo». Rammarico anche da Bruno Bozzetto. «Lo amavo moltissimo, abbiamo perso un poeta», conclude il cartoonist.

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