Il film dimenticato del regista Olmi in quattro scatole
Dal Musil di Brescia emerge «Ts» (Tentato suicidio nell’adolescenza), girato nel 1968
Mille e duecento scatole. L’inaspettato e sconosciuto tesoretto cinematografico di Ermanno Olmi si trovava «disperso» al Musil, il Museo dell’Industria e del Lavoro della Fondazione Micheletti di Brescia, tra i reperti del Cinestabilimento dei Fratelli Donato che, unici in Italia, fin dagli anni Trenta, sviluppavano e stampavano pellicole a Milano. Quattro scatole, siglate semplicemente «Ts» nascondevano un mediometraggio-documentario inedito e ritrovato del grande regista. Due lettere che, come un ago nel pagliaio, hanno attirato l’attenzione degli archivisti che in quell’immenso Fondo cercavano reperti del Cinema degli Anni Venti.
Che cosa nascondevano quei metri di pellicola in bianco e nero, dimenticati per decenni in una scatola polverosa? Un’opera di Olmi così inedita (mai proiettata in pubblico) e così lontana nel tempo che nemmeno il regista bergamasco se ne ricordava più. Quando, nella primavera dello scorso anno, dalla Fondazione bresciana lo hanno chiamato per comunicargli la scoperta, entusiasmante a cominciare da chi materialmente l’aveva fatta, Stefano Guerrini,l’archivista del Musil, e Maurizio Orsola, dell’Istituto Luce, lui era trasecolato. Erano passati, infatti, quasi 50 anni dalla realizzazione di «Ts», sigla criptica, un titolo che poi si è chiarito in esteso, significava «Tentato Suicidio nell’adolescenza»,
ma di quella pellicola non c’era traccia. Non solo nei ricordi, ma anche nell’autostradale filmografia del regista che, dallo scorso anno, l’ha ricompresa come un cimelio tanto inatteso quanto prezioso.
Il documentario, girato tra aprile e luglio del 1968 racconta i primi pionieristici anni di attività di un reparto psichiatrico d’urgenza presso il Policlinico di Milano, una struttura sperimentale per l’epoca, diretta da un grande psichiatra, Carlo Lorenzo Cazzullo, che, insieme al suo staff, appare nel film. Un padiglione dedicato ai casi di emergenza per tentato suicidio, con un’incidenza drammatica di adolescenti. «L’inizio — rileva il noto critico e regista Tatti Sanguineti— è una specie di felicissima sintesi di tutto il miglior Olmi giovanile».
«Ci appare — rilevano dalla Fondazione — in piccolo, un sorprendente palinsesto del cinema del regista; per tagli, ritmi, empatia, scelta dei volti e degli sguardi. La moviola lo rivela come un film nuovo, inedito, ritrovato, soprattutto perché ci si ritrova conservato il cinema di Olmi degli anni ’60 e ’70, e il tocco di sempre del suo autore». Il film fu «sponsorizzato», se così si può dire, dal colosso farmaceutico svizzero Sandoz. Un marchio che compare all’inizio, sul portellone di un’ambulanza che si apre e alla fine, perché per oltre un decennio la multinazionale produsse una serie di mediometraggi. «Ts» è stato proiettato in anteprima lo scorso anno alla 74° Mostra del Cinema di Venezia, ma per chi lo volesse, c’è la possibilità di un «bis», il prossimo 9 giugno in occasione di OltreConfine Festival a Cedegolo, in provincia di Brescia.
Girato tra lo staff L’opera racconta i primi anni di attività in una struttura sperimentale al Policlinico di Milano