Ghiaie, il progetto delle polemiche
Le cause (perse) dalla Fondazione Sainte Croix e le critiche della minoranza. Il sindaco: idee adeguate
Aun risultato porterà di sicuro il progetto del Comune, condiviso con la Curia, per riqualificare l’area delle presunte apparizioni del 1944 alle Ghiaie di Bonate Sopra. Espropriata, la Fondazione Sainte Croix dovrà andarsene. Il presidente protesta, ma ha perso tutte le cause, amministrative e civili. Intanto però, sono le minoranze a sollevare qualche dubbio sulla nuova strada e il parcheggio a ridosso della cappelletta delle apparizioni. «Così si snatura quel luogo, che è sempre rimasto riservato». Per il sindaco Massimiliano Ferraris (Lega), invece è la situazione attuale a non essere adeguata.
«È palese, qui è apparsa la Santa famiglia». Alla scritta che compare su un cancello in ferro battuto alle Ghiaie di Bonate Sopra, sulla via che porta alla cappelletta costruita dopo le apparizioni (mai riconosciute dalla Chiesa) ad Adelaide Roncalli nel 1944, potrebbe farne da contraltare un’altra: è ormai palese che da una decina d’anni, attorno a quelle apparizioni presunte e al verissimo flusso di fedeli che continua a manifestarsi, c’è stato una sorta di scontro, passato sotto silenzio. Con un risultato oggettivo: dalle Ghiaie dovrà andarsene la Fondazione Sainte Croix, sulla base dell’esproprio legato al progetto comunale co-finanziato dalla Diocesi, di riqualificazione dell’area, con nuova strada, un rondò e un parcheggio.
Storia curiosa, quella della Sainte Croix, Fondazione di Sanremo che nel 2008 arriva alle Ghiaie e compra l’area fino a quel momento utilizzata da uno sfasciacarrozze. È il cosiddetto Campo Colleoni, quasi adiacente all’appezzamento su cui invece è stata costruita la cappelletta delle apparizioni, o Madonna delle Ghiaie, di proprietà della Diocesi. Sulla base di immagini del passato la Fondazione sostiene che il Campo è il vero luogo delle apparizioni. E circa sette anni dopo l’acquisto dell’area (il periodo passa a causa di problemi con il Comune legati a condoni sulla precedente proprietà) la Sainte Croix realizza un suo luogo di culto: il cancello in ferro battuto con la scritta sulla Santa famiglia, un camminamento con al centro un trittico, una nuova cappelletta ancora in fase di ultimazione. E al cancello compare anche un cartello: «Noi siamo cristiani cattolici come voi, perché non entrate?». Insomma, alle Ghiaie si creano nel tempo non uno ma due luoghi di culto, separati. Senza grandi simpatie. Tuttora, nella bacheca fuori dalla cappelletta della Curia, gestita dalla parrocchia, appare un avviso del 2009 firmato dall’ex parroco don Davide Galbiati: «La parrocchia, autorizzata dalla Diocesi, dichiara che non ha nulla a che fare con la fondazione Sainte Croix e tantomeno ne condivide le finalità e operazioni».
Una domanda viene spontanea: com’è che una Fondazione arriva da Sanremo e crea la sua casa madre alle Ghiaie, a fianco di un luogo di culto che esiste già? Il presidente della Sainte Croix, Fabio Corsaro, ricostruisce: «Nel 2008 avevamo appena terminato un progetto importante in Africa e a Radio Maria abbiamo sentito la storia delle Ghiaie. Si è trattato, a nostro avviso, delle più grandi apparizioni mariane in Italia e ci siamo detti che in quel posto una semplice cappelletta non poteva bastare. È per questo che ci siamo poi informati sulla zona e sul Campo Colleoni». Negli anni successivi, però, è la Curia di Bergamo a interessarsi, più che in passato, alle sorti delle Ghiaie: la Diocesi sottoscrive una convenzione con il Comune e finanzia un progetto con 700 mila euro, approvato in via definitiva l’anno scorso. Nuova strada per arrivare fino alla cascina dietro la cappelletta, nuovo rondò e anche parcheggio. Il tutto vincolato a un decreto di esproprio che il Comune sta definendo e riguarderà in buona parte la proprietà della Fondazione Sainte Croix. Corsaro ha fatto ricorsi al Tar e cause al tribunale civile, perdendole. Ma usa ancora parole di fuoco: «Ci hanno voluto eliminare, fregandosene del vero luogo delle apparizioni». La Diocesi si è già espressa: «Conta il messaggio di fede che è rima- La divisione
A sinistra, il cancello della Fondazione Sainte Croix al Campo Colleoni. A destra, fedeli diretti alla cappelletta delle Ghiaie, della Diocesi sto in quel luogo, non altro».
Nel merito del progetto, però, c’è anche un appunto delle minoranze, con la consigliera Loretta Biffi: «Già oggi, poco prima della via che porta alla cappelletta, c’è un parcheggio quasi sempre inutilizzato, distante 5 minuti a piedi. E la strada per il luogo di culto è praticamente riservata ai fedeli, a eccezione dei pochi residenti. Con nuova strada e parcheggio il rischio, a mio avviso, è di snaturare quel luogo, che oggi ha ancora una dimensione di riservatezza». Ma il sindaco Massimo Ferraris, Lega, già assessore dal 2009 al 2014, non la vede così: «Quella attuale non mi sembra una situazione adeguata, da quando siamo in amministrazione stiamo cercando una soluzione e a breve ci sarà il progetto esecutivo». Usa poche parole, il primo cittadino, sul dato oggettivo finale, e cioè la «cacciata» della Fondazione: «Chi amministra lo fa con una giunta e con un consiglio comunale, non certo da solo. E l’obiettivo è pensare a soluzioni per la collettività».
Dieci anni fa Arrivata da Sanremo nel 2008 la Fondazione ha creato un luogo di culto «parallelo»
❞ Un sindaco non decide certo da solo, ma con giunta e consiglio. E fa scelte per la collettività, non per i privati. A breve ci sarà il progetto esecutivo Massimo Ferraris Sindaco