Bonaldi vende agli austriaci per 200 milioni
Il gruppo passa alla Porsche Holding Salzburg
Bonaldi vende agli austriaci. Una delle più grandi società automobilistiche di Bergamo, tra le principali teste di ponte in Italia per marchi tedeschi prestigiosi come Audi, Porsche e Volkswagen, è pronto a passare a un altro colosso, ma stavolta straniero, la Porsche Holding Salzburg, che dal 2001 è però direttamente nelle mani della Volkswagen. Il gruppo Bonaldi è stato giudicato come strategico dalla società austro-tedesca. E la trattativa per definire l’operazione ora sarebbe entrata in una fase decisiva: già a marzo i top manager austriaci sarebbero atterrati su un jet privato a Orio al Serio. Fonti austriache, intanto, fissano la contropartita economica per l’acquisizione del concessionario di via delle Valli (oltre alle filiali di Sondrio, Lecco, Treviglio e Lamborghini Milano), tra i 180 e i 200 milioni di euro. Ma solo per la pura attività commerciale, non per rilevare anche i muri, che resterebbero della famiglia Bonaldi.
Bonaldi vende. Lo storico concessionario di via delle Valli, una delle principali teste di ponte italiane per l’industria automobilistica tedesca, sta per passare in blocco alla Porsche Holding Salzburg. Il gruppo austriaco che ha messo prima gli occhi e poi le mani sul rivenditore bergamasco di Volkswagen, Audi, Porsche, Lamborghini e Skoda è un colosso mondiale nel mercato delle quattro ruote. Fondato nel 1947 dalla famiglia Porsche, venduto nel 2001 per 3,3 miliardi di euro al gruppo Volkswagen, oggi ha oltre 30 mila dipendenti, è presente in 21 paesi europei, è leader indiscusso del vecchio continente e da qualche anno sta ramificando la propria attività anche in Sud America e Cina.
Nel risiko dei motori, la presenza di Bonaldi al centro della Lombardia, è stata giudicata dal consiglio di amministrazione della Porsche Holding Salzburg, una pedina irrinunciabile. Un presidio strategico per controllare il ricco mercato del Nord Italia e per consolidare il primato europeo di vendite. L’operazione, ventilata già a fine 2017, è entrata in una fase decisiva a metà marzo, quando dall’Austria con un jet privato sono atterrati a Orio al Serio i top manager austriaci. Hanno visitato l’azienda, hanno discusso con la proprietà bergamasca e hanno illustrato i loro progetti. Già in quel frangente, acquirente e venditore avrebbero chiuso la trattativa con la classica stretta di mano, ma sul contenuto dell’accordo hanno tutti mantenuto fino a oggi il massimo riserbo.
«Non abbiamo ancora firmato», avrebbe detto l’amministratore di Bonaldi Gianerenze, milio Brusa, parlando di recente ai suoi dirigenti, «e finché l’affare non sarà chiuso è del tutto inutile parlarne».
A Bergamo la consegna del silenzio viene rispettata col massimo rigore, ma dalla casa madre di Salisburgo, già presente in Italia con la Eurocar di Udine, il Volkswagen Group di Firenze e l’Autovega di Vicenza, cominciano a filtrare le prime indiscrezioni. Firma o no, l’affare di fatto sarebbe concluso e la nuova proprietà dovrebbe insediarsi tra giugno e luglio.
Fonti austriache fissano la contropartita economica per l’acquisizione del concessionario di via delle Valli, con le filiali di Sondrio, Lecco, Treviglio e Lamborghini Milano, tra i 180 e i 200 milioni di euro. Le stesse fonti precisano che la cifra sarebbe riferita alla pura attività commerciale, ma non riguarderebbe gli immobili che rimarranno di proprietà della famiglia Bonaldi. Uffici, officine e saloni espositivi saranno affittati per un certo numero di anni alla Porsche Holding Salzburg, che solo alla scadenza del contratto avrà la possibilità di riscattare anche i muri.
Bonaldi ha circa 300 dipendenti e la notizia dell’imminente passaggio di proprietà avrebbe fatto serpeggiare tra il personale un certo malessere. I più preoccupati sarebbero i dirigenti, che temono di fare la stessa fine dei colleghi del Volkswagen Group di Fi- spazzati via dopo l’acquisizione del gruppo austriaco. Per tranquillizzare gli animi sarebbe però intervenuto Gianemilio Brusa: Bergamo e Firenze sono realtà diverse, avrebbe sostanzialmente detto l’amministratore delegato di Bonaldi, qui le cose funzionano e con la nuova proprietà non potranno che migliorare. Il futuro, soprattutto per il problema dei diesel, non appare roseo.
Oggi, avrebbe spiegato Brusa, siamo dei giganti in un mondo di nani e anche noi potremmo patire delle ripercussioni.
L’acquirente È leader europeo con 30 mila dipendenti. In Italia è presente a Udine, Vicenza e Firenze
Ma la prospettiva è di diventare parte di un colosso, protagonista del mercato internazionale, per poter affrontare le sfide degli anni a venire con maggior tranquillità.