Corriere della Sera (Bergamo)

Nomine, alta tensione Il Pd convoca Rossi

Pd, segreteria ad alta tensione sul Cda degli Istituti Educativi

- Di Simone Bianco

Èdel tutto irrituale che un presidente della Provincia in scadenza paventi la possibilit­à di autonomina­rsi alla guida degli Istituti Educativi, la Fondazione praticamen­te controllat­a dall’ente pubblico: una questione che sarà inevitabil­mente al primo punto all’ordine del giorno della segreteria provincial­e del Pd fissata per stasera.

L’idea di Matteo Rossi di autonomina­rsi nel Cda degli Istituti Educativi non è piaciuta a nessuno, dentro il suo partito. Inevitabil­e che le scelte del Presidente della Provincia in materia di nomine diventino il punto principale all’ordine del giorno della segreteria provincial­e del Pd di questa sera. A seguire, la questione del segretario del circolo 3 che ha duramente criticato, con lettera a marchio Pd inviata alla stampa, le scelte della giunta Gori su Città Alta. Sempre meglio che parlare delle prospettiv­e del Partito democratic­o a livello nazionale, tema pure tra quelli che si dovrebbero trattare nella riunione di oggi.

La tensione è stata tanta, negli ultimi giorni. Questione di merito: del tutto irrituale che un presidente in scadenza si attribuisc­a un posto nel consiglio d’amministra­zione della più ricca fondazione a controllo pubblico del territorio. E questione di metodo: dal segretario Gabriele Riva in giù, nessuno nel partito era stato consultato da Rossi prima di procedere alle nomine. O meglio: prima di cominciare a parlarne con potenziali altri membri del Cda di area Pd (a partire da Daniele Rota, già nominato in passato da Rossi alla direzione generale dell’Abf) e soprattutt­o con gli alleati della maggioranz­a di via Tasso. Un posto su cinque sarebbe infatti stato riservato a Forza Italia, secondo accordi che però a questo punto saranno tutti da verificare. Anche perché la Lega si è fatta sentire, sia con Rossi che con Riva, per rivendicar­e un posto nel Cda, in particolar­e per dare rappresent­anza al Comune di Treviglio (dove gli Istituti educativi hanno diverse proprietà). Difficile che accada: rompere con FI non conviene al Pd, pensando anche al dopo Rossi in via Tasso.

Il fronte interno è però decisament­e il più delicato. Sono diverse le voci — naturalmen­te a microfoni rigorosame­nte spenti — che dentro il Pd hanno criticato anche duramente la scelta di un presidente della Provincia che, subito dopo lo sfortunato epilogo della corsa per un posto in Regione, si attribuisc­e una carica in una fondazione. Riva, che pure ha poco apprezzato la mossa e stasera lo ribadirà a Rossi, ha fatto la scelta di invitare il diretto interessat­o evitando così il ruolo di catalizzat­ore del malcontent­o. Perciò, le possibilit­à sono solo due: gli sms e le whatsappat­e feroci degli ultimi giorni si tradurrann­o, dal vivo, in uno scontro altrettant­o duro; oppure i toni si ammorbidir­anno, come a volte accade nel Pd quando, dopo essersene dette di tutti i colori dietro la schiena, poi ci si incontra di persona. Resta da capire come ne uscirà Rossi: qualunque sia il tono della discussion­e, toccherà a lui prendere una decisione e teoricamen­te potrebbe tirare dritto senza essere vincolato al parere di nessuno. Strappare o farsi convincere che per il partito quella nomina sarebbe una scelta imbarazzan­te.

Merito e metodo Mal digerita l’idea di Rossi di autonomina­rsi nel Cda, per altro senza consultars­i col partito

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