Nomine, alta tensione Il Pd convoca Rossi
Pd, segreteria ad alta tensione sul Cda degli Istituti Educativi
Èdel tutto irrituale che un presidente della Provincia in scadenza paventi la possibilità di autonominarsi alla guida degli Istituti Educativi, la Fondazione praticamente controllata dall’ente pubblico: una questione che sarà inevitabilmente al primo punto all’ordine del giorno della segreteria provinciale del Pd fissata per stasera.
L’idea di Matteo Rossi di autonominarsi nel Cda degli Istituti Educativi non è piaciuta a nessuno, dentro il suo partito. Inevitabile che le scelte del Presidente della Provincia in materia di nomine diventino il punto principale all’ordine del giorno della segreteria provinciale del Pd di questa sera. A seguire, la questione del segretario del circolo 3 che ha duramente criticato, con lettera a marchio Pd inviata alla stampa, le scelte della giunta Gori su Città Alta. Sempre meglio che parlare delle prospettive del Partito democratico a livello nazionale, tema pure tra quelli che si dovrebbero trattare nella riunione di oggi.
La tensione è stata tanta, negli ultimi giorni. Questione di merito: del tutto irrituale che un presidente in scadenza si attribuisca un posto nel consiglio d’amministrazione della più ricca fondazione a controllo pubblico del territorio. E questione di metodo: dal segretario Gabriele Riva in giù, nessuno nel partito era stato consultato da Rossi prima di procedere alle nomine. O meglio: prima di cominciare a parlarne con potenziali altri membri del Cda di area Pd (a partire da Daniele Rota, già nominato in passato da Rossi alla direzione generale dell’Abf) e soprattutto con gli alleati della maggioranza di via Tasso. Un posto su cinque sarebbe infatti stato riservato a Forza Italia, secondo accordi che però a questo punto saranno tutti da verificare. Anche perché la Lega si è fatta sentire, sia con Rossi che con Riva, per rivendicare un posto nel Cda, in particolare per dare rappresentanza al Comune di Treviglio (dove gli Istituti educativi hanno diverse proprietà). Difficile che accada: rompere con FI non conviene al Pd, pensando anche al dopo Rossi in via Tasso.
Il fronte interno è però decisamente il più delicato. Sono diverse le voci — naturalmente a microfoni rigorosamente spenti — che dentro il Pd hanno criticato anche duramente la scelta di un presidente della Provincia che, subito dopo lo sfortunato epilogo della corsa per un posto in Regione, si attribuisce una carica in una fondazione. Riva, che pure ha poco apprezzato la mossa e stasera lo ribadirà a Rossi, ha fatto la scelta di invitare il diretto interessato evitando così il ruolo di catalizzatore del malcontento. Perciò, le possibilità sono solo due: gli sms e le whatsappate feroci degli ultimi giorni si tradurranno, dal vivo, in uno scontro altrettanto duro; oppure i toni si ammorbidiranno, come a volte accade nel Pd quando, dopo essersene dette di tutti i colori dietro la schiena, poi ci si incontra di persona. Resta da capire come ne uscirà Rossi: qualunque sia il tono della discussione, toccherà a lui prendere una decisione e teoricamente potrebbe tirare dritto senza essere vincolato al parere di nessuno. Strappare o farsi convincere che per il partito quella nomina sarebbe una scelta imbarazzante.
Merito e metodo Mal digerita l’idea di Rossi di autonominarsi nel Cda, per altro senza consultarsi col partito