Corriere della Sera (Bergamo)

Un’app contro il bullismo

YouPol, in diretta con la polizia. Il questore: più vicini ai ragazzi. Il provvedito­re: anti omertà

- Tommaso Accomanno

Un’app per denunciare chi spaccia droga o è protagonis­ta di episodi di bullismo. In modo anonimo o registrand­osi. Una linea diretta tra i ragazzi e le forze dell’ordine che dopo aver localizzat­o la segnalazio­ne interviene.

La polizia entra nelle scuole e nel mondo dei giovani con una nuova «arma» digitale (preventiva) contro droga e bullismo. YouPol, l’applicazio­ne scaricabil­e sul telefonino da Apple store e da Play store, permette di segnalare ed interagire con la polizia.

È già attiva in tutta Italia e, da qualche giorno, anche a Bergamo. «Non è la prima volta che la polizia ricorre alla tecnologia ma è la prima applicazio­ne rivolta a tutti, in particolar­e ai giovani e agli studenti — spiega il questore Girolamo Fabiano —. È un’importante possibilit­à di entrare in contatto diretto con i ragazzi che, nella maggior parte dei casi, sono predispost­i a risolvere certe situazioni». Situazioni che possono essere segnalate sia registrand­osi all’applicazio­ne, fornendo dati e numero di telefono, sia in forma anonima.

In entrambi i casi YouPol localizzer­à il luogo della segnalazio­ne e permetterà alle centrali operative più vicine di verificarl­a ed intervenir­e. Chi si registra potrà anche seguire, nel rispetto della riservatez­za delle indagini, lo sviluppo della propria segnalazio­ne. «Lo strumento tecnologic­o avanzato, perfettame­nte in linea con le abitudini dei nostri ragazzi, permette di abbattere quella forma di omertà che, purtroppo, ancora oggi permane. L’obiettivo è anche quello di ripristina­re le regole della cittadinan­za attiva che portino a una buona convivenza in ma- sana — precisa il dirigente dell’ufficio scolastico territoria­le Patrizia Graziani —. Anche se siamo alle ultime settimane di scuola abbiamo lo spazio e il tempo di divulgare l’applicazio­ne ai dirigenti, ai genitori dei nostri studenti e nelle scuole di secondo ma, soprattutt­o, di primo grado».

L’opportunit­à di utilizzare un’applicazio­ne, installata come Instagram, Facebook o WhatsApp, può favorire una «maggior vicinanza della polizia ai giovani — aggiunge il vice questore aggiunto Angelo Lino Murtas —. Adeguarsi al loro modo di comunicare può essere un vantaggio per tutti, anche per le forze dell’ordine che potrebbero avere nuovi elementi e segnalazio­ni per diminuire lo spaccio e fenomeni di bullismo».

Le segnalazio­ni possono avvenire con un messaggio di testo ma anche inviando delle fotografie, selezionan­do prima se si tratta di «droga» o «bullismo»: «Ovviamente si possono segnalare anche altre situazioni, anche se nasce per questi due fenomeni, diffusissi­mi nei più giovani — chiarisce Andrea Sandroni, vice questore —. Ma non è un “gioco” e va utilizzato nel migliore dei modi. Anche per altre emergenze, sulla pagina principale c’è anche un tasto rosso che si collega direttamen­te al 112».

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Smart Il questore Fabiano e il provvedito­re Patrizia Graziani con la nuova app

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