Un’app contro il bullismo
YouPol, in diretta con la polizia. Il questore: più vicini ai ragazzi. Il provveditore: anti omertà
Un’app per denunciare chi spaccia droga o è protagonista di episodi di bullismo. In modo anonimo o registrandosi. Una linea diretta tra i ragazzi e le forze dell’ordine che dopo aver localizzato la segnalazione interviene.
La polizia entra nelle scuole e nel mondo dei giovani con una nuova «arma» digitale (preventiva) contro droga e bullismo. YouPol, l’applicazione scaricabile sul telefonino da Apple store e da Play store, permette di segnalare ed interagire con la polizia.
È già attiva in tutta Italia e, da qualche giorno, anche a Bergamo. «Non è la prima volta che la polizia ricorre alla tecnologia ma è la prima applicazione rivolta a tutti, in particolare ai giovani e agli studenti — spiega il questore Girolamo Fabiano —. È un’importante possibilità di entrare in contatto diretto con i ragazzi che, nella maggior parte dei casi, sono predisposti a risolvere certe situazioni». Situazioni che possono essere segnalate sia registrandosi all’applicazione, fornendo dati e numero di telefono, sia in forma anonima.
In entrambi i casi YouPol localizzerà il luogo della segnalazione e permetterà alle centrali operative più vicine di verificarla ed intervenire. Chi si registra potrà anche seguire, nel rispetto della riservatezza delle indagini, lo sviluppo della propria segnalazione. «Lo strumento tecnologico avanzato, perfettamente in linea con le abitudini dei nostri ragazzi, permette di abbattere quella forma di omertà che, purtroppo, ancora oggi permane. L’obiettivo è anche quello di ripristinare le regole della cittadinanza attiva che portino a una buona convivenza in ma- sana — precisa il dirigente dell’ufficio scolastico territoriale Patrizia Graziani —. Anche se siamo alle ultime settimane di scuola abbiamo lo spazio e il tempo di divulgare l’applicazione ai dirigenti, ai genitori dei nostri studenti e nelle scuole di secondo ma, soprattutto, di primo grado».
L’opportunità di utilizzare un’applicazione, installata come Instagram, Facebook o WhatsApp, può favorire una «maggior vicinanza della polizia ai giovani — aggiunge il vice questore aggiunto Angelo Lino Murtas —. Adeguarsi al loro modo di comunicare può essere un vantaggio per tutti, anche per le forze dell’ordine che potrebbero avere nuovi elementi e segnalazioni per diminuire lo spaccio e fenomeni di bullismo».
Le segnalazioni possono avvenire con un messaggio di testo ma anche inviando delle fotografie, selezionando prima se si tratta di «droga» o «bullismo»: «Ovviamente si possono segnalare anche altre situazioni, anche se nasce per questi due fenomeni, diffusissimi nei più giovani — chiarisce Andrea Sandroni, vice questore —. Ma non è un “gioco” e va utilizzato nel migliore dei modi. Anche per altre emergenze, sulla pagina principale c’è anche un tasto rosso che si collega direttamente al 112».