EDILIZIA AL PALO
Alle speranzose note a corredo dei dati congiunturali del primo trimestre diffuse dalla Camera di Commercio di Bergamo — «nell’edilizia si registra un dato positivo e in miglioramento a livello regionale (+4,3% su base annua) e provinciale e aspettative ancora prevalentemente positive sul prossimo trimestre» — si contrappone la crudezza del sito del Tribunale. Basta scorrere la sezione dei fallimenti per rendersi conto di quante realtà bergamasche riferibili al comparto hanno messo, da inizio anno, la croce sulla loro attività. E così, mentre la spoon river del mattone orobico, un tempo la colonna vertebrale dell’economia territoriale, si allunga di epitaffi, a livello istituzionale e associativo si continua a parlare (e a litigare). A oltre 3 anni dal varo e dopo uno stop di un anno e mezzo, con un budget iniziale di 150 mila euro, il Tavolo dell’Edilizia ha al suo attivo l’elaborazione di un Marchio di Qualità. Punto. Ora è dato in ripartenza con due obiettivi che, se realizzati, porteranno dopo anni di pensatoio a due ragguardevoli risultati: i disciplinari che definiranno i criteri di adesione e l’implementazione del portale. Per non parlare della complicata unificazione degli enti bilaterali edili dell’industria e dell’artigianato. Un percorso cominciato tre anni fa (!)in un’ottica di efficientamento di costi, a tutto beneficio di imprese e lavoratori. Ma poltrone e fondi interessano di più. Bergamo come Roma. Quella degli antichi, però, che discutevano. Là Sagunto veniva espugnata, qui l’edilizia muore.