Corriere della Sera (Bergamo)

Sokolov, l’originalit­à di un solista

Il pianista russo in Conservato­rio: «Per me il concerto è un rito sacro»

- Enrico Parola

Quasi non importa il programma che presenta (questa volta tre Sonate di Haydn e i quattro Improvvisi op. 142 di Schubert), i tanti appassiona­ti che lo idolatrano vanno ad ascoltarlo per ascoltarne lo stile. Perché Grigory Sokolov è uno dei pianisti più geniali e originali degli ultimi decenni: o lo si reputa un genio assoluto o si può anche rimanere freddi ascoltando­ne le scelte interpreta­tive. Comunque gli ammiratori sono infinitame­nte di più che i detrattori e ogni suo recital viene atteso e vissuto come un evento: «D’altronde per me il concerto è un momento sacro: non incido mai in studio ma sempre dal vivo perché l’atmosfera che si crea in sala è unica, magica e sempre diversa, il pubblico non è mai lo stesso anche se suono due sere di fila nella stessa città», spiega il virtuoso russo, 68 anni, che stasera torna in Conservato­rio ospite dalla Società dei Concerti: il fondatore della Società, Antonio Mormone, era un suo grande amico, e Sokolov era stato varie volte ospite a casa sua; poi farà tappa al Fesagio»;

stival Pianistico Internazio­nale, esibendosi il 29 al teatro Donizetti di Bergamo e il 31 al Grande di Brescia.

«Il concerto è una dimensione essenziale della mia vita; soprattutt­o qualche anno fa se non ne avevo almeno uno ogni cinque giorni mi sentivo molto strano e provavo una sensazione quasi di di-

parla di vita tout court e non di vita artistica perché «la dedizione alla musica non si limita alle ore in cui siedo davanti a un pianoforte, ma investe tutta la mia giornata: l’interpreta­zione matura e si concretizz­a nell’esecuzione con lo studio, ma l’ispirazion­e e l’intuizione possono venire in qualunque momento ed essere accese da qualunque fatto mi accada intorno». Anche dai dialoghi con i grandi pianisti del passato: «Rubinstein, Giles, Gould, Richter: per me non sono morti, sono una fonte di ispirazion­e viva e quindi quando parlo di loro uso sempre il presente, anzi, preferisco usare l’espression­e “parlo con loro”».

Da sempre a Milano, Sokolov si presenta con recital, ogni tanto come solista con grandi orchestre; mai nella sua carriera si è cimentato nel repertorio cameristic­o: «Sono talmente tante le opere scritte per piano solo che non basterebbe una vita intera per studiarle tutte; e poi è difficilis­simo stabilire un’intesa totale con un altro musicista, al massimo si possono concordare compromess­i, ma è sempre qualcosa che sfiora o rimane addirittur­a un po’ lontano dalla vera visione che ognuno ha dei brani; per questo preferisco evitare. Con l’orchestra è più semplice: il pianista comanda e gli altri seguono».

 ??  ?? Virtuoso Grigory Sokolov, 68 anni, dice di «parlare» con i grandi del passato
Virtuoso Grigory Sokolov, 68 anni, dice di «parlare» con i grandi del passato

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy