Corriere della Sera (Bergamo)

Tra i fedeli con cappellini e smartphone

Anziani in bici, fedeli armati di smartphone. Cinque malori

- di Tommaso Accomanno

Asporgersi dalle transenne di piazza Vittorio Veneto sono già almeno un migliaio intorno alle 14. Attendono sotto il sole la teca di papa Giovanni XXIII con cellulari e macchine fotografic­he. Qualcuno, per il caldo, ha un ombrello per ripararsi, altri usano carte di giornali come cappellini artigianal­i. «Sono stato cresimato da lui nel 1954 a Urgnano — spiega Gianfranco Passera, 69 anni, cavaliere del ducato di piazza Pontida —. Vidi l’urna già nel 2000, a Roma, per il giubileo dei militari».

In attesa anche padre Andrea Maria, 60 anni, dell’ordine dei domenicani, ospite al convento di San Bartolomeo: «Mi ricorda quand’ero piccolo». Da Osio, in bicicletta, è arrivato Fabrizio Bologna, 60 anni: «Sono venuto a vedere il Papa “buono”». Ad attendere l’urna anche i fratelli Fidanza, Roberto e Ivano, 54 e 55 anni, di Bergamo: «Con i nostri genitori andavamo a Sotto il Monte anche tre volte l’anno».

C’è anche chi, come Lorenzo, studente di 17 anni all’Istituto Mamoli, è capitato in piazza e ha saputo dell’arrivo dell’urna.

Alle 15.10 un’ambulanza arriva a sirene spiegate, l’agitazione cresce e le persone, intanto sempre più numerose, si avvicinano alle transenne e iniziano a filmare: «Sta arrivando» e ancora «senti le sirene, è lui!», «Ma è già qui?». Falso allarme. Una signora di 75 anni ha avuto un calo di pressione e le sirene erano per lei. Come lei, altre quattro persone hanno avuto un malore.

Le spoglie arrivano scortate alle 15.42 e vengono accolte con un trionfo di applausi: «Eccolo!». Appena il vescovo Francesco Beschi scende dal pick-up che trasporta la teca, cala il silenzio. L’unico rumore è il perenne scatto delle fotocamere.

Gli interventi delle autorità, civili e religiose, si concludono alle 15.58, quando l’urna riparte, prima destinazio­ne carcere, poi cattedrale.

La ressa alle transenne scompare in pochi minuti e bambini, adulti e anziani si dirigono verso via Verdi per seguire il percorso delle spoglie. Mariangela, 70 anni, di Bergamo, porta nel passeggino il nipotino di pochi mesi e cerca di raggiunger­e la papamobile. Gli automobili­sti accostano e scendono, un ragazzo si ferma al semaforo e si sporge dal tettuccio cabrio della Fiat Abarth per scattare foto, con i clacson che suonano all’impazzata.

Il viaggio è appena iniziato e procede per via San Giovanni, via Cesare Battisti, piazzale Oberdan, fino in piazza Sant’Anna.In via Borgo Palazzo c’è Mina Locatelli, 74 anni, che assicura «ho conosciuto anche i suoi fratelli».

Mario Coppola, 72 anni, da una vita a Bergamo ma originario del Molise, cammina a passo svelto per inseguire la teca e ricorda papa Roncalli come «un uomo che faceva piangere perché era umano». L’arrivo in via Gleno verso le 17, per l’appuntamen­to coi detenuti, è accolto da centinaia di persone che sperano di vedere l’urna alla fine dell’incontro.

«Sta arrivando mia nipote Laura di 8 anni che va a scuola dalle Orsoline a Gorle — racconta nonna Nicoletta, 73 anni — così diciamo la preghiera per la scuola».

Rimasto fuori, quando invece sperava di poter entrare, è Umberto Lepore, 59 anni, con la figlia disabile Valentina, di 31 in carrozzina: «Non voglio fare polemica però per lei sarebbe stata una cosa bella, ma oggi non è stato possibile».

Di sicuro il Papa “buono” si sarebbe dispiaciut­o.

❞ Angelo Roncalli era un Papa che emozionava e ci faceva commuovere perché era umano Mario Coppola

❞ Sono stato cresimato da lui nel 1954 a Urgnano. Vidi l’urna già nel 2000 a Roma per il giubileo dei militari Gianfranco Passera

 ??  ?? Il saluto Il prefetto Elisabetta Margiacchi accanto al vescovo Francesco Beschi e al sindaco Giorgio Gori saluta le spoglie di Papa Giovanni
Il saluto Il prefetto Elisabetta Margiacchi accanto al vescovo Francesco Beschi e al sindaco Giorgio Gori saluta le spoglie di Papa Giovanni

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