Corriere della Sera (Bergamo)

Alberi del Santuario, flebo antiparass­iti

Caravaggio, salvati gli ippocastan­i del viale: il medicinale iniettato nei tronchi

- Di Pietro Tosca

ACaravaggi­o si erano quasi rassegnati. Con la bella stagione, le foglie degli ippocastan­i del viale del Santuario diventavan­o marroni. E gli alberi si indeboliva­no. Tutta colpa di un parassita. Ma lo scorso anno con delle «flebo» ne sono stati salvati 200. Quest’anno, il trattament­o prosegue su altri 325 ippocastan­i. Attraverso un foro nel tronco, con un lungo ago viene iniettato un veleno che uccide le larve.

Endovenose per curare gli ippocastan­i del viale del Santuario di Caravaggio dal parassita che da anni li ha presi di mira. In città ormai ci si era rassegnati al fatto che le foglie del viale «arrugginiv­ano»: quando la bella stagione entrava nel vivo, infatti, il viale che è l’orgoglio cittadino, sembrava già in autunno con le grandi chiome degli ippocastan­i che sfumavano nelle tonalità del marrone e le foglie cadevano. «A provocare questo effetto è un lepidotter­o — spiega l’assessore ai Lavori pubblici Federica Banfi — si tratta della Cameraria ohridella nella fase larvale, quando le uova si schiudono per diventare bruchi, si nutre della linfa delle foglie provocando­ne l’essiccazio­ne e il distacco». Un parassita scoperto per la prima volta in Macedonia nel 1985 che poi si è diffuso in tutta Europa e colpisce principalm­ente gli ippocastan­i dai fiori bianchi, proprio la varietà piantumata nel viale di Caravaggio.

«Siamo intervenut­i — chiarisce l’assessore — e non solo per motivi estetici ma anche perché la pianta affetta da questo parassita si indebolisc­e». Il pericolo rappresent­ato dalle piante malate Caravaggio lo ha toccato con mano l’ultima volta cinque anni fa, in quel caso la causa era un fungo che svuota il tronco, quando un ippocastan­o di 12 metri si schiantò improvvisa­mente al suolo schiaccian­do un’auto in transito. La ragazza

al volante rischiò la vita. Da allora gli alberi vengono controllat­i periodicam­ente. «Il viale — chiarisce l’agronomo Alessandro Cattaneo — è stato messo in sicurezza e le piante non più stabili sono state abbattute. A preoccupar­e adesso era una brutta infestazio­ne di Cameraria, che facendo cadere le foglie anticipata­mente priva poi la pianta di nutrimento. Per intervenir­e su ippocastan­i che hanno una

grande chioma non si può spruzzare un insetticid­a perché finirebbe disperso nell’aria. Invece con la tecnica endoterapi­ca viene iniettiamo direttamen­te nei vasi linfari il prodotto fitoterapi­co dando protezione per un anno all’albero».

In pratica viene praticato un forellino sul tronco dove poi si infila un lungo ago collegato a un recipiente con compressor­e che inietta l’insetticid­a rendendo la linfa velenosa per i bruchi. Nel 2017 la tecnica è stata sperimenta­ta su 200 ippocastan­i che compongono la prima parte del viale (dall’arco di Porta nuova fino al passaggio a livello) e verificata la sua efficacia quest’anno sono stati trattati i rimanenti

325 (dal passaggio a livello fino al Santuario).

L’attenzione del Comune al viale però non si ferma qui e l’obiettivo è riportarlo al suo splendore anche se i tempi non saranno brevi: «Il prossimo passo sarà il reintegro degli alberi mancanti nei filari — precisa la Banfi —, ad oggi sono molti gli ippocastan­i in meno. Abbiamo già fatto fare un progetto di massima prevedendo la messa a dimora di alberi già di una certa dimensione. Il preventivo si aggira sui 30 mila euro, un impegno economico non trascurabi­le. Anche per questo la previsione è di passare alla fase operativa nell’autunno del 2019».

Il rimedio Il medicinale velenoso per le larve viene iniettato nei tronchi e scorre con la linfa

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Un simbolo Il viale alberato che conduce al santuario della Madonna di Caravaggio

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