Corriere della Sera (Bergamo)

Caro Papa a te affidiamo la nostra libertà

- Pantaleo Valentino Castriota

Caro Papa Buono, riecheggia oggi ciò che hai detto ai detenuti di Regina Coeli: «Siete contenti che sia venuto a trovarvi? Sapevo che mi volevate e anch’io vi volevo». Sì, Padre Santo, non solo siamo contenti ma anche strafelici. Abbiamo anche noi sentito i tuoi occhi fissarsi nei nostri occhi, il tuo cuore trovare posto nel nostro cuore (...). San Giovanni XXIII, è vero che noi abbiamo sbagliato, che dobbiamo scontare una pena, ma tu ci inviti a offrire al Signore i nostri sacrifici. Noi ti promettiam­o che faremo di tutto per meritarci la libertà ed essere nuove persone, magari buone come te. Amato Papa Buono, qui in carcere abbiamo compreso che la libertà è un fuoco che illumina e riscalda, ma è anche capace di bruciare e distrugger­e. Senza libertà non può esserci vita morale, sentimenta­le, sociale ed ecclesiale. Solo l’uomo libero è capace di intrecciar­e e alimentare relazioni vere. La libertà, purtroppo, non sempre e non da tutti è vissuta bene, per fare il bene, per volersi bene (...). Papa Giovanni XXIII, a te affidiamo la nostra vita e la nostra libertà. A te affidiamo il nostro futuro. Santo Padre, le parole di speranza che hai pronunciat­o a Regina Coeli, valgono anche per noi? Questa manifestaz­ione ha fatto tremare le mura del carcere dando tanta positività e speranza ad ognuno di noi. Infine ti raccomandi­amo i nostri bambini che sono tutta la nostra poesia e la nostra tristezza, le nostre mogli, alle nostre famiglie, in modo particolar­e le nostre mamme. E prima di congedarti da noi vogliamo promettere una cosa: che scriveremo alle nostre famiglie dicendo che il Papa è venuto a trovarci. Dal paradiso, benedici e proteggi tutti noi! Amen Devotissim­o

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