Bresciani attacca tutti Pd, lite furiosa sui social
La replica del consigliere regionale: caduta di stile
Niccolò Carretta, «non so chi sia», in Regione al posto di Matteo Rossi («lasciato solo, ha sbagliato sulle nomine»): Luigi Bresciani in poche righe incendia Facebook scatenando una reazione a catena nel Pd bergamasco. L’ex segretario della Cgil attacca Gori: «Sulle liste elettorali ha deciso tutto lui».
Se a un uomo di grande esperienza come Luigi Bresciani, riconosciuto per il suo equilibrio nella sinistra e nel sindacato di Bergamo, bastano poche righe su Facebook per scatenare un vero e proprio incendio, significa che l’elettricità nell’aria che respira il Pd è oltre la soglia di guardia. L’ex segretario provinciale della Cgil (oggi membro del direttivo nazionale) parte da lontano, da «Renzi ancora segretario del Pd» e da Lega e M5S «che vogliono cancellare il Jobs Act e la riforma pensioni Fornero», per arrivare al «mio amico Matteo Rossi che, ingiustamente, non è consigliere regionale e al suo posto c’è uno del Pd della Lista Gori che non so neppure chi sia».
Il riferimento a Niccolò Carretta è chiaro. Considerate le ultime accese polemiche su Rossi e le sue nomine nel Cda degli Istituti Educativi (tra gli altri il presidente della Provincia ha nominato se stesso e un suo amico-collega di lunga data), ce n’è abbastanza per scatenare una vera e propria rissa. Una quarantina di commenti, tra cui quelli dello stesso Carretta, con accuse e controaccuse: lo specchio di
un partito e di un’area politica, il centrosinistra, che sono profondamente divisi anche a livello locale. Bresciani, anche uscendo da Facebook, conferma che il malessere parte dal momento della formazione delle liste: «Io ho sempre sostenuto Giorgio Gori — dice —, ma la scelta di mettere tesserati del Pd nelle liste civiche per le Regionali è stato un errore. Ha deciso tutto Gori e non c’era spazio per altri. L’ho fatto presente già allora al segretario del Pd, Gabriele Riva». In effetti in campagna elettorale le tensioni tra i dem per la candidatura di Carretta e di Enea Bagini nella Lista Gori si sono sentite. Di fronte al risultato del voto la cosa è peggiorata: Carretta in Regione, Rossi escluso «soprattutto perché il Pd ha preso pochi voti», ammette anche Bresciani. E, a chiudere il cerchio, le ultime scelte di Rossi in fatto di nomine, non condivise e ben poco gradite da un’ampia area del partito. «Credo che Matteo sia stato lasciato solo — dice Bresciani — e abbia fatto scelte che sembrano un mandare tutti a quel paese. Logico che non apprezzi l’idea dell’autonomina negli Educativi. Ma il problema è che nel Pd oggi decidono poche persone e non c’è spazio per la discussione».
Carretta, da parte sua, un po’ ci è abituato. Ha fatto la campagna elettorale con il partito che lo guardava in cagnesco, gli sono bastate 1.348 preferenze per entrare in Regione (Rossi ha superato le 5 mila) grazie al meccanismo della legge elettorale, ora sta lavorando soprattutto sui disagi per i pendolari. Su Facebook ha definito l’uscita di Bresciani «caduta di stile», tacciandolo di essere «maleducato», chiede conto a Bresciani dell’autonomina di Rossi, poi però vuole buttare acqua sul fuoco: «Ho spento tutto e non ho visto come sia continuata la discussione — dice il consigliere regionale —. In queste settimane nessuno, se non Rossi a mezzo stampa, mi ha rinfacciato alcunché. Mi concentro sul lavoro in Regione». Mentre sul Pd le scelte restano in sospeso: «La tessera? Diciamo solo che non l’ho ancora rinnovata. La vera incognita ora è sul futuro del partito».
Il caso nomine Carretta accusa Rossi Bresciani: «Sbaglia ma è stato lasciato solo da tutti»
Bresciani? Caduta di stile, io penso a lavorare in Regione. La tessera del Pd quest’anno non l’ho ancora rinnovata Niccolò Carretta
Lista Gori