Bcc Bergamasca e Orobica lista contro il gruppo dirigente
A tre anni dalla sua nascita, la Bcc Bergamasca e Orobica domani tiene alla fiera di Bergamo l’assemblea dei soci con il primo rinnovo delle cariche. Un appuntamento a cui l’istituto di credito arriva con buoni risultati e con la sorpresa di una sfida al gruppo dirigente e alla leadership del presidente Giovanni Battista Fratelli; quest’ultimo è in sella da più di 20 anni, prima come presidente della Bcc di Bariano fusasi poi con la Bcc di Cologno nella Bcc Orobica, che nel 2015 a sua volta è convolata a nozze con Zanica per dare vita alla seconda cassa rurale della provincia con una trentina di sportelli e 8.500 soci.
«Rinnovamento» è la parola d’ordine degli sfidanti guidati da Piergiuseppe Maggioni, residente ad Azzano San Paolo e dirigente del gruppo Iccrea (holding del mondo delle bcc). «Arriviamo a quest’assemblea — chiarisce Fratelli — con risultati importanti, con i quali dimostriamo che la fusione non era nata per necessità, ma per programmazione. Avremmo potuto presentarci con un utile intorno agli 8-10 milioni di euro. Invece ne abbiamo destinato la gran parte a irrobustire le coperture in vista della nascita del gruppo bancario delle Bcc. Abbiamo un Texas ratio ( indice del rapporto tra crediti deteriorati netti e patrimonio netto) all’ 80%eilC et 1( indice di solidità) al 17%. Sono valori invidiabili. In base a questi parametri sarà concessa l’ autonomia alle B cc nel nuovo gruppo e noi resteremo autonomi».
Un’attenzione alla crescita che per gli sfidanti però ha fatto perdere l’anima da vec-
Diego Cirelli «Vogliamo raccogliere le nuove sfide, ma mantenere il contatto con il territorio»
chia Cassa rurale alla banca.«Noi non ci poniamo in contrapposizione — mette le mani avanti Diego Cirelli di Cologno —, nella lista siamo in 7 su 12 posti del Cda, ma vogliamo portare nuove idee. Alcuni amministratori sono nella banca da 25 anni e non è colpa di nessuno se in questo lasso di tempo il mondo è cambiato. C’è la necessità di raccogliere le nuove sfide del futuro ma non si può prendere la strada delle grandi banche. Al primo posto per noi c’è il mantenimento di un contatto con il territorio, quel rapporto di conoscenza tra chi è allo sportello e la clientela che è da sempre la forza delle bcc».