LA SFIDA DI GRIFAL
Ci vuole coraggio per affrontare la Borsa in una fase come l’attuale, di grandi oscillazioni tendenzialmente al ribasso. Non è un caso che il mercato principale non abbia ancora avuto una matricola quest’anno: tra le ultime rinunce, a un passo dal debutto, e quando ancora non era iniziata l’attuale turbolenza, c’è anche quella della meccanotessile Itema di Colzate, neanche un mese fa. Oggi la sfida viene però raccolta da Grifal, azienda del packaging di Cologno al Serio da una quindicina di milioni di fatturato, non sul listino principale, ma sul più defilato Aim, il mercato alternativo delle Pmi, che tra le sue 102 aziende vede solo, da settembre, un’altra bergamasca, la Neodecortech di Filago. La Grifal inizia stamattina gli scambi a Piazza Affari dopo un collocamento da 5 milioni effettuato in modo «protetto», tra investitori professionali e investitori privati selezionati (dipendenti compresi), realizzato quasi totalmente grazie a un aumento di capitale. Questo vuol dire che le risorse entreranno nelle casse dell’azienda, che intende utilizzarle per lo sviluppo commerciale e per la ricerca su prodotti e tecnologie. È la conferma di come la Borsa non sia solo speculazione, ma mantenga il suo valore originario di fonte di finanziamento per le aziende. In tempi di tassi bassi chi voleva investire ha potuto ricorrere all’indebitamento. Il volo dello spread dimostra però come il costo può impennarsi in modo veloce e improvviso. Così la quotazione, per le società che hanno un progetto industriale (e nervi saldi), ridiventa un’alternativa.