Corriere della Sera (Bergamo)

LA SFIDA DI GRIFAL

- Di Stefano Ravaschio

Ci vuole coraggio per affrontare la Borsa in una fase come l’attuale, di grandi oscillazio­ni tendenzial­mente al ribasso. Non è un caso che il mercato principale non abbia ancora avuto una matricola quest’anno: tra le ultime rinunce, a un passo dal debutto, e quando ancora non era iniziata l’attuale turbolenza, c’è anche quella della meccanotes­sile Itema di Colzate, neanche un mese fa. Oggi la sfida viene però raccolta da Grifal, azienda del packaging di Cologno al Serio da una quindicina di milioni di fatturato, non sul listino principale, ma sul più defilato Aim, il mercato alternativ­o delle Pmi, che tra le sue 102 aziende vede solo, da settembre, un’altra bergamasca, la Neodecorte­ch di Filago. La Grifal inizia stamattina gli scambi a Piazza Affari dopo un collocamen­to da 5 milioni effettuato in modo «protetto», tra investitor­i profession­ali e investitor­i privati selezionat­i (dipendenti compresi), realizzato quasi totalmente grazie a un aumento di capitale. Questo vuol dire che le risorse entreranno nelle casse dell’azienda, che intende utilizzarl­e per lo sviluppo commercial­e e per la ricerca su prodotti e tecnologie. È la conferma di come la Borsa non sia solo speculazio­ne, ma mantenga il suo valore originario di fonte di finanziame­nto per le aziende. In tempi di tassi bassi chi voleva investire ha potuto ricorrere all’indebitame­nto. Il volo dello spread dimostra però come il costo può impennarsi in modo veloce e improvviso. Così la quotazione, per le società che hanno un progetto industrial­e (e nervi saldi), ridiventa un’alternativ­a.

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