Finta cascina, vero rame
In teoria è un’azienda agricola, ma al posto dei cereali nel capannone, a Palosco, aveva quintali di rame, alluminio, ferro. Metalli che acquistava a un euro al chilo, sminuzzava e rivendeva. Il titolare è stato denunciato per ricettazione e danno ambientale.
La Stradale era arrivata nell’azienda agricola, a Palosco, per un controllo sui trattori. Ma mentre erano lì, gli agenti della sezione di polizia giudiziaria di Bergamo e i colleghi di Treviglio si sono imbattuti in un uomo e una donna. Vendevano rame. «Ci paga un euro al chilo», hanno detto. E.M.Z., 53 anni, ha un’azienda agricola, coltiva cereali, ma non in quell’area. Nel capannone di Palosco ha due trattori ma soprattutto macchinari per spellare, tagliare, triturare metalli. Lo dimostra il sequestro di 73 quintali di rame, 14,4 di alluminio, 9 di ottone più altrettanti di acciaio inox, 5,5 di ferro e uno di zama (lega a base di zinco). Secondo un primo calcolo della polizia, sul mercato il materiale sequestrato vale sui 50.000 euro. Un mercato parallelo e abusivo. L’attività dell’agricoltore non è autorizzata. Il provento è dunque illecito (che non significa per forza rubato), quindi per il titolare dell’azienda è scattata una denuncia per ricettazione e per reato ambientale.